MONTALTO UFFUGO Ora che lo dice anche il Consiglio di Stato, per Pietro Caracciolo, sindaco di Montalto Uffugo, è arrivato il momento di mettere mano alle nomine e “smontare” la propria giunta comunale.
Con la sentenza numero 406 del 3 febbraio 2016, il Consiglio di Stato ha, infatti, rigettato l’appello proposto dal Comune di Montalto Uffugo contro la decisione del Tar Calabria con la quale era stata censurata, per prima in Italia dopo l’entrata in vigore della legge Delrio, la composizione della giunta comunale all’indomani delle amministrative del 2014 per violazione della quota del 40% prevista dalla norma.
I giudici del Supremo collegio amministrativo hanno giudicato illegittima la decisione del sindaco di nominare una giunta composta da una sola donna e 4 uomini, con la giustificazione di non aver reperito nel territorio comunale risorse femminili adeguate e disponibili al ruolo di assessore.
La decisione è significativa sia sotto l’aspetto giuridico che politico, dal momento che la sentenza riguardante il Comune di Montalto Uffugo fornisce ampie delucidazioni in merito all’adeguatezza delle indagini che i sindaci sono tenuti a effettuare prima di liquidare il problema della parità di genere nelle giunte con pretesti o espedienti che presentano profili dubbi.
È per questi motivi che la consigliera di Parità Stella Ciarletta e le avvocate Alba Mazzotta (che rappresenta i ricorrenti, tra i quali l’ex sindaco Ugo Gravina), e Rossella Barberio (per il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”), annunciano che illustreranno i contenuti della sentenza nel corso di una conferenza stampa che si terrà nei prossimi giorni a Montalto Uffugo.
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