REGGIO CALABRIA «L’indagine della Procura sulla conduzione di taluni affidamenti di appalti all’ospedale di Locri ripropone in modo dirompente la questione della trasparenza amministrativa e della stessa legittimità delle procedure. In attesa, ovviamente, di conoscerne sviluppi e senza entrare, in alcun modo, nel merito della questione, ritengo necessario intervenire sul tema». È quanto afferma in una nota il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Sebi Romeo, in relazione alla proroga del contratto per il servizio di ristorazione a un’Associazione temporanea di imprese finita nel mirino della Procura di Locri (qui l’articolo del Corriere).
«Mi vedo costretto, ancora una volta, a ribadire con forza – prosegue Romeo – che l’esercizio della funzione pubblica deve essere improntato, da parte di chiunque, al rispetto assoluto delle norme. Il principio di legalità deve manifestarsi, trasparire, negli atti e nei comportamenti del dipendente e dell’amministratore pubblico. In tale contesto, anche da garantista, ritengo che il personale coinvolto debba essere assegnato ad altra funzione; in attesa degli esiti giudiziari».
«Si badi bene, non si tratta di dare, a priori, un giudizio di “colpevolezza”, quanto di assicurare – aggiunge l’esponente dem – la conduzione della “cosa pubblica”, fugando dubbi e perplessità. Per questo in coerenza con le disposizioni sulla prevenzione della corruzione e della trasparenza, ed in linea con le decisioni fin qui assunte dal presidente Mario Oliverio, vi è l’esigenza di una fase ricognitiva per le tutte le procedure di affidamento espletate dall’Asp, anche con riguardo alle eventuali proroghe contrattuali. Inoltre, chiederò a tutti gli uffici preposti di assumere, ciascuno per la parte di competenza, idonee iniziative per uniformare e armonizzare le previsioni regionali contenute nei rispettivi Piani anticorruzione con quelle applicabili dalle Aziende sanitarie provinciali calabresi, partendo dall’adozione di un regolamento o di una direttiva per disciplinare la rotazione del personale impegnato nei servizi a maggior rischio corruzione ovvero interessato da talune procedure giudiziarie. La questione che riguarda gli interessi che gravitano attorno alla sanità – conclude Romeo – è la vera sfida nella battaglia per il cambiamento, soltanto attraverso la bonifica di ogni incrostazione e la conseguente garanzia a tutte le imprese di poter competere alla pari, produrremo una svolta concreta ed apprezzabile».
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