CATANZARO La programmazione europea della Regione Calabria sbarcherà (a costo zero) sui social network. Facebook, Twitter e YouTube sono pronti ad accogliere i post della burocrazia della Cittadella che, nel frattempo, si è dotata di una social media policy, un piccolo vademecum per discriminare ciò che è pubblicabile da ciò che non lo è.
Lo spunto è un manuale pubblicato da Formez nel dicembre 2011. “Pubblica amministrazione e social media” è il testo di riferimento, lo scopo è quello di «iniziare un nuovo percorso di avvicinamento e di apertura ai cittadini in grado di favorire lo sviluppo di processi virtuosi di collaborazione, stimolando la partecipazione e la cittadinanza attiva». Più trasparenza, insomma, sperando che vada meglio che con l’operazione avviata sul sito istituzionale della Regione.
Per il momento, la giunta ha autorizzato il dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria – Autorità di gestione del Por Calabria Fesr 2007-2013 e del Por Calabria Fesr e Fse 2014-2020 – «a creare e gestire profili istituzionali sui più diffusi social network».
Le regole introdotte riguardano i dipendenti che saranno coinvolti nella nuova attitudine social: dovranno essere sempre identificabili, «mantenere credibilità e autorevolezza e quindi evitare toni ironici o troppo confidenziali» e attendere il via libera dei supervisori prima di interagire.
Nascerà, nel dipartimento Programmazione, una vera e propria redazione social che so occuperà di raccogliere i contenuti da postare, pubblicarli, stimolare l’interazione con gli utenti e analizzare le performance complessive dei social regionali.
Qualche regola anche per chi risponderà agli stimoli dell’istituzione: bannati (per stare al gergo di Facebook) i contenuti partitici, commerciali, volgari, violenti o irrispettosi. E pure (ovviamente) quelli che incitano a compiere attività illecite o le informazioni che hanno contenuto osceno, pornografico o pedopornografico.
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