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Tansi denunci le mele marce nella Protezione civile

È la prima volta, dopo oltre tre mesi dalla sua nomina, che i dipendenti della Protezione civile regionale hanno avuto il piacere di interloquire con il dottor Carlo Tansi. Entrando nel merito dei …

Pubblicato il: 05/02/2016 – 16:10

È la prima volta, dopo oltre tre mesi dalla sua nomina, che i dipendenti della Protezione civile regionale hanno avuto il piacere di interloquire con il dottor Carlo Tansi. Entrando nel merito dei provvedimenti presi e quanto da lui dichiarato in assemblea e ribadito su Facebook, i dipendenti intendono esprimere con forza il loro netto dissenso sul suo operato e atteggiamento nei confronti dei lavoratori tutti. 
La tattica di sparare nel mucchio, con frasi ad effetto, tipiche di coloro che propagandano l’immagine del dipendente pubblico “fannullone” ed “inefficiente”, parlando genericamente di mele marcie, sacche clientelari, privilegi senza specificare chi sono le “mele marcie” dove si annidano le “sacche clientelari” e chi sono i “privilegiati”, non solo offende i lavoratori, ma non contribuisce neanche all’obiettivo (se veramente è tale) di risanare e riorganizzare la Protezione Civile Regionale per elevarne qualitativamente il suo funzionamento.
Le responsabilità sono individuali e se vi sono reati a conoscenza del dirigente Carlo Tansi, denunci chi li ha commessi all’autorità competente. Ma non si dimentichi che gestioni non corrette non scaturiscono sempre da comportamenti individuali, ma sono anche il frutto di modelli organizzativi determinatisi nel tempo, spesso in contrasto con il dettato della L.R. 4/97.

A quanto è stato possibile capire, dato che ad oggi non si conosce ufficialmente come si intende ristrutturare la Protezione civile regionale e qual è la nuova pianta organica che si intende proporre, il modello organizzativo sostenuto dal dottor Carlo Tansi si ispira a quello di alcune regioni del nord. Ma i modelli organizzativi delle regioni non sono tutto uguali.
Con la modifica del titolo V° della Costituzione, la legislazione in materia di Protezione civile è legislazione concorrente, il che ha favorito la nascita di 20 modelli organizzativi diversi, secondo le specifiche peculiarità regionali. 
È evidente che non è possibile trasferire “sic et simpliciter” un modello di una qualsiasi regione senza una specifica ed approfondita analisi della realtà calabrese, sia sui rischi che sulle componenti del sistema di Protezione Civile. Se fosse fatta, farebbe certamente emergere come tutto il sistema della autonomie locali è inefficiente, carente di risorse finanziarie, mezzi e personale adeguato.
Pertanto il ruolo della Protezione civile regionale nei confronti degli enti locali dovrebbe essere duplice: di “supplenza”, dato che la maggior parte dei comuni non riesce a gestire neanche la più piccola emergenza; di “sostegno” per favorire l’organizzazione di efficienti sistemi locali di Protezione civile, mediante l’aggiornamento delle linee guida per la redazione dei piani comunali di Protezione civile stessa, dei modelli di intervento per i principali rischi presenti sul territorio ed il supporto tecnico quando richiesto.
Per fare questo non serve una struttura centralizzata su Catanzaro ma un’articolazione della stessa sul territorio regionale, potenziando le U.O. esistenti con mezzi ed attrezzature e valorizzando le professionalità esistenti.

Una profonda ristrutturazione quale quella che si vuole attuare non si può intraprendere senza conoscere il personale, le sue competenze e senza coinvolgerlo, partendo certo dalle posizioni apicali, nei processi di ristrutturazione, specie da chi è fresco di nomina. 
Non ha ancora avuto la possibilità di conoscere approfonditamente la struttura ed i suoi dipendenti, e dal curriculum del dottor Carlo Tansi risulta non abbia quest’ultimo neppure avuto esperienze gestionali pregresse di protezione civile.

Infine il dottor Carlo Tansi ha dichiarato di volersi muovere indipendentemente da ingerenze politiche, agendo da “tecnico” puro, atteggiamento certamente da condividere e che introduce un elemento di discontinuità rispetto alle passate gestioni. Ma i dirigenti vengono nominati dalla giunta regionale e sono tenuti ad applicare le linee programmatiche dettate dall’organo politico, nella massima indipendenza e trasparenza gestionale. 

Pertanto ci chiediamo: la giunta regionale ha dettato le linee programmatiche per la riorganizzazione della protezione civile e l’operato del dottor Carlo Tansi è conforme ad esse, o sta agendo di sua sponte? Si chiede una cortese risposta al presidente della giunta regionale Gerardo Mario Oliverio.

* Rappresentante sindacale unitario Uoa Protezione civile Calabria

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