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Il bluff della giunta Mascaro sulla Sacal

La giunta Mascaro sta bluffando sulla Sacal. È oramai chiaro che non vuole ricapitalizzare, ma non lo dice chiaramente per il timore di perdere consenso elettorale. E così si è inventata questa “do…

Pubblicato il: 06/02/2016 – 11:37

La giunta Mascaro sta bluffando sulla Sacal. È oramai chiaro che non vuole ricapitalizzare, ma non lo dice chiaramente per il timore di perdere consenso elettorale. E così si è inventata questa “donazione modale”, che altro non è se non uno specchietto per allodole che genera solo confusione. E che magari al momento opportuno consentirà di dire che è colpa dei cittadini se loro nonavranno ricapitalizzato. Le ragioni della volontà di sminuire il ruolo del Comune nella Sacal non
sono note, e per ora sono secondarie. Quello che ci interessa, politicamente, è svelare ed opporci fermamente a tale quadro, perché l’aeroporto ed il ruolo di primo azionista sono un patrimonio al quale la Città di Lamezia Terme non può rinunciare. Per altro, a breve la Sacal riceverà investimenti per circa 500 milioni di euro. Il che vuol dire che il valore delle singole azioni è destinato a crescere nel futuro, e dunque il prezzo di acquisto riservato all’ente è decisamente conveniente. Operativamente, poi, il Comune ha l’obbligo di “impegnare” solo 250mila euro per ottobre 2016.
Successivamente, con i prossimi bilanci dovrà assumere l’impegno a pagare altri 250mila euro entro il 31 dicembre 2017 e infine ulteriori 500mila euro entro il 30 giugno 2018. In questi termini, e considerata l’assoluta importanza della Sacal, per un Comune come Lamezia Terme, con un bilancio di oltre 180 milioni di euro, è ben possibile ricapitalizzare serenamente.
E politicamente (a nostro avviso) è necessario, senza equivoci o prese in giro. Nel rivolgerci, pertanto, direttamente al xindaco Mascaro, esortiamo tutta la Giunta a cambiare linea, ravvedersi dell’importanza della ricapitalizzazione della Sacal e rispettare gli impegni (alla ricapitalizzazione!) previsti nella delibera consiliare n. 98/2015.
Anche perché, per legge, la competenza a deliberare la partecipazione o meno nelle società partecipate è del consiglio comunale, non della giunta!
In ogni caso e comunque, è opportuno che la stessa amministrazione Mascaro revochi in autotutela questa donazione modale, che nei termini in cui è proposta è inammissibile e potrebbe essere annullata anche dall’Autorità di Vigilanza Anticorruzione. Il che farebbe fare ennesima brutta figura a tutta la Città. Molti non sanno, infatti, che donazione modale non vuol dire altro che donazione soggetta ad un onere. Ad esempio, «dono 100,00 euro al Comune per la Sacal, se il Comune mi autorizza/concede/riconosce/ecc…». Basta leggere il Codice Civile. È uno strumento amministrativo da usare con cautela, prefissando i paletti entro i quali i donanti possono manifestare le proprie condizioni.
Ma non avendo stabilito alcun limite, la giunta Mascaro potrebbe ricevere le più disperate richieste, e decidere liberamente quali accettare e quali no. Con una discrezionalità incredibile. Ma troppa discrezionalità, ricordiamo, non fa mai bene all’azione amministrativa, oltre che andare in contrasto coi principi del diritto amministrativo. Ancor di più in un Comune a rischio come è il nostro. Ecco perché un intervento dell’Autorità di vigilanza anticorruzione sarebbe più che plausibile.
L’ultima considerazione la merita infine una riflessione prettamente logica. Se arrivassero (ipotizziamo) 10000 donazioni modali del valore di 100 euro (taglio medio per raccogliere il milione di euro richiesto), il lavoro della Giunta nei prossimi mesi sarebbe oltremodo “congestionato”. Dando pure 10 minuti a pratica per esaminarne il contenuto, deliberare ed adottare il provvedimento di accettazione o rigetto della donazione modale, per esaminare e decidere le ipotizzate 10000 donazioni modali servirebbero circa 1666 ore di lavoro, ovvero ben 208 giorni di lavoro da 8 ore ciascuno senza pause, che corrispondono a circa 8 dei 9 mesi che separano febbraio da ottobre. Estate compresa, poveri assessori! Insomma, è chiaro che nessuno, neanche tra di loro, crede che si raccolga un milione di euro di donazioni modali, e forse neanche molto meno.
Ecco perché la storia della donazione modale non è altro che un bluff, che malcela la reale volontà a non ricapitalizzare. Invitiamo la giunta Mascaro, pertanto, a rivedere le proprie posizioni, ed aprire semmai il confronto a viso scoperto sul piano politico, rispondendo ad una domanda banale: perché non vogliono ricapitalizzare la partecipazione nella Sacal?
Esortiamo inoltre tutti i consiglieri d’opposizione, ed in particolare quelli del Pd, ad interessarsi della questione e vigilare affinché la giunta rispetti la delibera consiliare n. 98/2015, ricapitalizzando la Sacal senza equivoci, revocando i provvedimenti di adozione della donazione modale.

*Rigenerazione democratica
(Pd Lamezia Terme)

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