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Caridi e Naccari raccontano le anomalie di Leonia

REGGIO CALABRIA È il giorno degli amministratori al processo Leonia. Chiamati come testi a discarico dell’ex direttore operativo Bruno De Caria, considerato dai pm Giuseppe Lombardo e Rosario Ferra…

Pubblicato il: 08/02/2016 – 17:29
Caridi e Naccari raccontano le anomalie di Leonia

REGGIO CALABRIA È il giorno degli amministratori al processo Leonia. Chiamati come testi a discarico dell’ex direttore operativo Bruno De Caria, considerato dai pm Giuseppe Lombardo e Rosario Ferracane uomo dei Fontana all’interno della Leonia, si sono avvicendati sul banco dei testimoni il senatore Antonio Caridi, ex assessore alle Attività produttive in Regione e all’Ambiente in Comune, e l’ex vicesindaco di Reggio Calabria, Demetrio Naccari Carlizzi. Entrambi chiamati per carica e funzioni ad occuparsi della municipalizzata che per la Dda è stata fin da principio strumento dei clan per accumulare denaro e coltivare clientele anche grazie a una gestione criminale delle assunzioni, hanno assicurato di non aver ricevuto alcun tipo di pressione in relazione alla Leonia.

NESSUNA PRESSIONE «Nessuno – afferma il senatore Caridi, incalzato dal pm Giuseppe Lombardo – mi ha mai segnalato tentativi di infiltrazione mafiosa. Nelle mie funzioni, non sono mai stato a conoscenza di queste cose, l’ho saputo solo dopo, con l’esecuzione dell’ordinanza». Allo stesso modo – spiega il politico – mai avrebbe avuto da ridire su De Caria e tanto meno ci sarebbe stata da parte dell’amministrazione comunale qualche forma di pressione per pilotare assunzioni all’interno della nuova società . Tuttavia – è costretto ad ammettere il politico – «non so se il personale comunale che in precedenza si occupava della raccolta rifiuti sia transitato in Leonia».

UN CONCORSO CONTROVERSO I lavoratori della nuova municipalizzata sono stati infatti selezionati tramite concorso pubblico, chiarisce dal banco dei testimoni Pasquale Melissari, eminenza grigia della burocrazia locale, in passato presidente della commissione chiamata a scegliere 70 fra autisti e operatori – «poi divenuti cento» – su oltre 4500 candidature. Anche per lui, non ci sarebbe stata alcuna pressione da parte della politica o di De Caria per assumere questo o quel candidato, sebbene su sollecitazione del pm Lombardo ammetta «in quel periodo ci sono stati diversi attentati alla Leonia, di cui ho appreso dai giornali. In azienda però la cosa si è tradotta solo in una maggiore attenzione nell’accesso agli uffici».

ERRORE COMMISSARIALE Non sembra distanziarsi poi molto la versione fornita da Naccari Carlizzi, sebbene dall’audizione del politico emerga qualcosa in più. Condizionata dal commissariamento della differenziata in Calabria, la gestione dei rifiuti è sempre stata un capitolo nero per l’amministrazione reggina. All’epoca – spiega Naccari – la Ecotherm, capofila dell’Ati che controllava il 49% di Leonia aveva offerto di occuparsi anche della raccolta differenziata, ma il commissario prefettizio avrebbe optato per assegnare in via diretta il servizio alla società d’ambito, la Fata Morgana, per quasi tre milioni di euro. Un «enorme errore sul piano amministrativo» e uno spreco insensato per l’ex assessore comunale all’Ambiente come insensata appare l’assunzione di nuovo personale, scavalcando alcune decine di ex dipendenti che avevano partecipato ai corsi di formazione prodromici al passaggio dalla gestione interna a quella privatizzata della raccolta rifiuti, «con una procedura che da sempre mi ha lasciato perplesso».

COSTI CRESCENTI Allo stesso modo, aggiunge Naccari Carlizzi, ha destato perplessità la decisione di non riconfermare il personale già formato con fondi pubblici. «C’è stato anche un dibattito politico molto acceso sulla questione, perché noi opposizione, insieme ai sindacati, sostenevamo che tutti dovessero transitare alla società mista». Ma già all’epoca – continua il politico – «non avevamo più un rapporto diretto con la società, perché eravamo in scontro aperto con l’amministrazione Scopelliti». Tuttavia, dai bilanci qualcosa è emerso: «I costi di Leonia sono stati assolutamente competitivi nei primi anni quando la società aveva degli affidamenti temporanei, ma dopo l’aggiudicazione definitiva sono aumentati». Una dinamica – spiega Naccari – «che non so quanto possa essere dovuta a fattori tecnici», ma – lascia intendere – tutto appare meno che fisiologica.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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