Morrone: «Occhiuto si ricandida? Non sono così sicuro»

COSENZA «Come sto? Benissimo, grazie…». Ennio Morrone è il politico più inflazionato di questi ultimi giorni. Il suo “sì” è stato decisivo per mandare a casa il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Quando risponde al telefonino si trova a Reggio Calabria, in consiglio regionale, per partecipare a una riunione dell’assemblea di Palazzo Campanella, ma fin dalla prima risposta appare desideroso di parlare.
Morrone, che è successo?
«Che non potevamo fare a meno di staccare la spina. Avevamo chiesto da tempo al primo cittadino un cambio di passo su diverse questioni, a partire dalla sostituzione del vicesindaco, che esercita le sue funzioni pur essendo imputato per bancarotta fraudolenta».
Alla fine anche suo figlio Luca, presidente del Consiglio e legato a Occhiuto da un solido rapporto di collaborazione, si è dimesso. Le ragioni di famiglia hanno avuto la meglio…
«Mio figlio è stato leale fino alla fine. Le confesso una cosa: nessuno ricorda che lui ha votato a favore del bilancio comunale pur avendo, i revisori dei conti, espresso parere contrario. Lo ha fatto sulla base del vincolo di collaborazione che c’era col sindaco. E per tutelarsi da eventuali azioni future della magistratura contabile ha sottoscritto un’assicurazione a tutela del suo patrimonio».
Intanto le prime conseguenze politiche sono arrivate. Lei è stato sospeso da Forza Italia…
«Voglio dire una cosa chiara e tonda: deciderò io quando e come andare via dal partito. Non lo decidono certo Jole Santelli e Roberto Occhiuto…».
In realtà a dirlo è Gregorio Fontana, il responsabile nazionale dell’organizzazione del partito…
«Fontana? Non so chi sia. Anzi sì, ricordo di averlo intravisto al lavoro mentre consegnava alcune fotocopie al senatore Verdini».
Ha il dente avvelenato, dica la verità…
«Assolutamente no. Sono davvero tranquillo e posso dire senza timore di essere smentito che la richiesta di sospensione è il frutto di una vendetta che Occhiuto e Santelli e Caridi vogliono consumare ai miei danni».
Cosa c’entra adesso il senatore Antonio Caridi?
«Ha detto che io avrei compiuto “una vigliaccata” nei confronti di Occhiuto. In realtà il vero traditore del presidente Berlusconi è lui, che nel 2013 non esitò ad abbandonarlo, aderendo al Nuovo centrodestra. Tuttavia…».
Tuttavia?
«Se c’è una responsabile di tutto questo disastro, si chiama Jole Santelli. È stata lei la principale artefice della sconfitta alle regionali, rompendo con Ncd e gli altri movimenti e forzando la mano con la candidatura di Roberto Occhiuto».
Lei, insomma, non va via da Forza Italia. Suo figlio, invece, l’ha già fatto. La contraddizione abita in casa…
«Che c’entra questo? Ognuno ha le sue idee e la sua autonomia. Posso assicurarle, però, che mio figlio si è assunto la responsabilità politica di quanto successo. Di fronte al dilemma se essere fedele a un sindaco o alla sua città, ha scelto quest’ultima e ha voluto essere il diciassettesimo consigliere comunale a presentare le dimissioni. Potevamo averne addirittura altri, ma ci siamo volutamente fermati a quella quota sufficiente per porre fine anticipatamente alla legislatura».
La ritrovata intesa con Adamo, Gentile e Guccione segna la nascita del Partito della Nazione anche a Cosenza?
«Questo non lo so, non spetta a me deciderlo. Io sono amico di lunga data dei personaggi che lei ha citato».
Un’alleanza così ampia e variegata basterà per vincere al primo turno?
«Sinceramente credo proprio di sì».
Avrete di fronte un Mario Occhiuto molto deciso a prendersi una rivincita…
«Non sono così sicuro che lui sarà nuovamente in campo…».

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it