REGGIO CALABRIA Il consiglio regionale della Calabria ha istituito il Registro regionale tumori. Il provvedimento approvato oggi prende spunto dalla petizione popolare dell’associazione “Reggio non tace” e punta ad assicurare la totale copertura della registrazione oncologica su tutto il territorio calabrese. Verrà costituito il Centro di coordinamento regionale formato dal dirigente generale del dipartimento regionale Salute e dai tre responsabili dei registri sub-regionali di Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, dai due responsabili delle articolazioni di Vibo e Crotone, dal direttore dell’Arpacal e dal presidente dell’Associazione italiana dei registri tumori (Airtum) Il Centro di coordinamento ha il compito di proporre soluzioni per il raggiungimento dell’accreditamento all’Airtum e di proporre studi per le valutazioni di merito dell’impatto del fenomeno cancro sull’ambiente.
«Finora – ha spiegato il presidente della commissione Sanità Michele Mirabello – l’unica Asp accreditata al Registro nazionale tumori è quella di Catanzaro. Finalmente possiamo allinearci alla gran parte delle Regioni italiane. Sarà ora possibile coniugare le istanze del territorio con la necessità di ammodernare la nostra regione, rendendola di fatto una regione normale».
Il provvedimento non ha convinto del tutto il consigliere Giuseppe Mangialavori, che ha presentato tre emendamenti, uno dei quali volto a istituire una Unità funzionale per ogni provincia calabrese. Le modifiche sono state tutte bocciate dall’Aula. «Atteggiamento miope», ha sottolineato lo stesso Mangialavori. È una norma «completa e attinente alle esigenze della regione», ha commentato Giuseppe Giudiceandrea, uno dei proponenti del testo.
«Non possiamo più chiudere gli occhi sull’alta incidenza tumorale, 4 volte superiore alla media nazionale», osserva Domenico Bevacqua, che chiede la costituzione di una commissione d’indagine ed esorta ad approfondire il rapporto «tra malattie e scempio del territorio». «Avere i dati epidemiologici – aggiunge Vincenzo Ciconte – è fondamentale per capire come intervenire sui tumori». Antonio Scalzo propone anche l’istituzione di una task force, in capo alla Presidenza della giunta, che abbia il compito di vigilare sul corretto funzionamento del Registro tumori.
LE LOBBY Via libera alla legge “anti-lobby”. La nuova norma approvata dal consiglio regionale mira a regolamentare il fenomeno dei “gruppi di pressione”, con lo scopo di favorire la trasparenza dell’attività politica e amministrativa della Regione. È un inedito assoluto per la Calabria, che finora non si è mai dotata di uno strumento atto a limitare le interferenze di cordate più o meno organizzate il cui obiettivo è condizionare le decisioni delle istituzioni. La novità più rilevante riguarda il registro pubblico nel quale dovranno essere iscritti i rappresentanti di interessi particolari. Sarà costituito da due sezioni, gestite rispettivamente dalla Presidenza della giunta regionale e dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. Saranno individuati poteri e facoltà dei «rappresentanti di interessi particolari» che, sostanzialmente, si concretizzeranno con le richieste di audizioni e con la possibilità di presentare proposte e studi in relazione a singoli argomenti e questioni.
LA LEGGE SUL LAVORO NERO Nuove norme contro il lavoro nero e per il contrasto a quello sommerso. Il tutto nel segno della spending review. Il consiglio regionale ha approvato la legge per la tutela della sicurezza e della qualità del lavoro e per il contrasto del lavoro sommerso. La norma, proposta dal capogruppo Pd Sebi Romeo, prevede la creazione di un sistema che premi gli imprenditori “virtuosi”, quelli cioè che perseguono lo sviluppo economico nel rispetto delle disposizioni contrattuali e di legge. Verrà inoltre istituito l’Osservatorio regionale per l’economia sommersa (Orces), che avrà il compito di approfondire le informazioni statistiche al fine di attuare progetti specifici per l’emersione del lavoro irregolare. «È una norma – spiega Romeo – che incide sul fenomeno del caporalato e che istituisce un osservatorio che non comporta oneri per la Regione».
IL CASO LAMEZIA Una maggiore presenza di forze dell’ordine e di magistrati a Lamezia Terme. È questa la richiesta del consigliere regionale Antonio Scalzo che oggi ha presentato un ordine del giorno, poi approvato, per aumentare sicurezza della città della Piana alla luce della lunga serie di intimidazioni avvenute nelle ultime settimane. La mozione impegna il governatore Oliverio ad attivarsi per far sì che i ministeri Interno e Giustizia aumentino gli organici di polizia e magistratura per far fronte alla nuova escalation criminale. Sul caso Lamezia è intervenuto anche il presidente della commissione Antindrangheta, Arturo Bova, che ha chiesto la convocazione di un consiglio regionale ad hoc per discutere sugli interventi da adottare. Nel corso della seduta è stata anche approvata l’indizione del referendum per la modifica dei confini territoriali dei Comuni catanzaresi di Petronà e Belcastro.
p. bel.
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