CATANZARO Fondi regionali giocati alla roulette. Quanti? Tantissimi: 47 milioni di euro che, secondo il nuovo presidente di Fincalabra, Carmelo Salvino, potrebbero svanire nelle spire dell’economia globale. Finanza creativa con i soldi destinati alle piccole e medie imprese calabresi. Investimenti spericolati espressamente vietati dalle norme sulla gestione dei fondi comunitari. L’ex presidente di Fincalabra Luca Mannarino avrebbe affidato 47 milioni di euro a fondi ad alto rischio, senza peraltro aspettare ed eventualmente ottenere l’autorizzazione del cda della finanziaria regionale. Soldi che sarebbero stati consegnati con disinvoltura a Banca Widiba (l’istituto della Monte dei Paschi di Siena specializzato in finanza d’impresa) nonostante il pacchetto offerto non rientrasse tra quelli contemplati dagli accordi regionali.
Dopo l’operazione, il portafoglio di Fincalabra viene diviso in quattro linee di gestione, a loro volta composte da fondi comuni di investimento, tra cui “Anima sforzesco” (classe di rischio media), “Morgan Stanley classe C” (alta), “Carmignac securities” (bassa), “Kairos” (media), “Anima star bonds” (medio-alta), “Anima high potential (alta), “Ubs” (medio-bassa). Si tratta quindi di poco più di 46 milioni investiti in fondi bilanciati, azionari e obbligazionari, con classi di rischio variabili, a cui bisogna aggiungere altri 600mila euro in liquidità.
Ora quei milioni, viste le incertezze legate a questo tipo di investimenti, potrebbero anche andare in fumo, a meno che la finanziaria calabrese non riesca a rimediare. Più facile a dirsi che a farsi. Come riporta Il Fatto quotidiano, per rientrare in possesso dei 47 milioni di fondi Fuif (Por 2007-2013) la Regione potrebbe essere costretta a pagare una penale di 685mila euro.
Gli investimenti pazzi di Mannarino sono finiti al centro di un dossier che lo stesso Salvino ha consegnato, lo scorso 22 gennaio, alla commissione regionale di Vigilanza. Un documento scottante, dal quale emergono tutte le presunte irregolarità messe in atto dall’ex presidente.
(La certificazione dei rapporti tra Widiba e Fincalabra e, sotto, l’elenco dei bonifici)
IL COLLEGIO I primi a riscontrare anomalie nella procedura adottata da Mannarino sono stati, il 28 dicembre scorso, i revisori dei conti di Fincalabra (Domenico Lecce, Giuseppe Iurato e Barbara Brunetti), per i quali quegli investimenti «sono stati effettuati su strumenti finanziari (fondi) ad elevato rischio, in contrasto con le direttive europee». Ma ci sono anche questioni di metodo, perché il cda della Finanziaria, al 28 luglio 2015, giorno in cui è stata deliberata la manifestazione d’interesse rivolta agli istituti iscritti all’albo di Banche convenzionate, «poteva adottare esclusivamente atti di ordinaria amministrazione», nonché «atti urgenti e indifferibili». E l’affidamento dei 47 milioni, a parere dei revisori, non rientrava tra queste ipotesi.
L’accordo siglato tra Regione Calabria e Fincalabra, inoltre, non prevede altre forme di investimento che non siano «depositi bancari, titoli o obbligazioni garantiti dallo Stato», più altri titoli pubblici con un rating pari almeno ad AA, cioè ad alta affidabilità. Premesse in base alle quali i revisori chiedono al nuovo cda di Fincalabra di «porre in essere tutti gli atti necessari per riportare i fondi investiti alla loro originaria destinazione» e di «intraprendere eventuali azioni di responsabilità nei confronti di coloro che hanno posto in essere detti atti».
LA STORIA Il verbale dei revisori è un campanello d’allarme. Il dipartimento regionale dello Sviluppo economico chiede subito una relazione dettagliata sugli investimenti al cda di Fincalabra. Salvino si attiva e redige un dossier nel quale vengono ricostruiti tutti i passaggi dell’investimento.
Dopo la manifestazione d’interesse, la finanziaria regionale invita a partecipare quattro istituti di credito: Banca credito cooperativo mediocrati, Banca nuova, Ubi banca e Banca Widiba, allo scopo di ricevere una proposta dettagliata per un «ottimale investimento finanziario dei fondi indicati». Arrivano le offerte e alla fine la spunta Banca Widiba, che accetta le proposte contrattuali relative all’apertura di quattro conti corrente. Partono i bonifici: il 22 settembre l’istituto vincitore ha in pancia circa 47 milioni di fondi regionali (46.950mila).
A UN BIVIO Tutto bene, fino a quando i revisori non si accorgono che qualcosa non va. E lo mettono per iscritto nel verbale del 28 dicembre. Il nuovo management di Fincalabra, siamo all’11 gennaio, chiede allora a Banca Widiba «l’immediato smobilizzo» degli investimenti. L’istituto, però, pretende l’atto deliberativo del cda per dare esecuzione alla richiesta. Pochi giorni dopo, la finanziaria ribadisce ancora una volta la richiesta di disinvestimento delle somme.
Ma non è così semplice. Salvino stesso ricorda che ci sono le eventuali penali da onorare. E adesso Fincalabra è a un bivio: pagare subito o tentare l’azzardo. Con la speranza che quei 47 milioni puntati alla roulette da Mannarino non vadano perduti per sempre.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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