VIBO VALENTIA Si è tenuta davanti al gup del Tribunale di Vibo Valentia, l’udienza preliminare che ha visto imputati del reato di falso e frode nelle pubbliche forniture Giuseppe Bencardino, in qualità di funzionario responsabile del settore tecnico della Provincia di Catanzaro – provveditorato interregionale per le opere pubbliche – e di responsabile unico del procedimento (difeso dall’avvocato Roberta Scozzafava), Francesco Trecroci, in qualità di direttore dei lavori di ripristino della funzionalità del poligono di tiro della Scuola allievi della polizia di Stato di Vibo Valentia (difeso dall’avvocato Vincenzo Adamo) e Salvatore Cosentino, in qualità di socio accomandatario della Cosentino Costruzioni S.a.s. (difeso dagli avvocati Giuseppe e Rossella Zofrea).
All’esito della Camera di consiglio, il gup Gabriella Lupoli ha emesso sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste, nei confronti di Bencardino e Trecroci e perché non costituisce reato nei confronti di Cosentino malgrado la Procura della Repubblica avesse chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati. I fatti risalgono al 2009.
Bencardino e Trecroci, secondo l’editto d’accusa, avrebbero attestato falsamente – nel V stato d’avanzamento corrispondente al finale dei lavori eseguiti – il costo di un ferma proiettili da installare al poligono di tiro in uso alla Scuola degli allievi della polizia di Stato di Vibo Valentia, pari a 123.432,24 euro, a fronte della spesa di 38.500,00 euro, mentre Salvatore Cosentino si sarebbe aggiudicato l’appalto integrato per il ripristino della funzionalità del poligono di tiro senza rispettare il contratto, progettando e realizzando un parapalle ad assorbimento statico del tipo a cascata, non conforme alle prescrizioni del capitolato di gara che ne prevedeva un altro genere.
La difesa ha evidenziato il dato secondo cui il valore di 38.500 euro stima effettuata dallo stesso Trecroci, era da riferirsi alla funzionalità dell’opera al momento del collaudo e non anche al costo effettivo dello stesso. Successivamente Trecroci avviava le procedure per la restituzione delle maggiori somme incassate dalla ditta Cosentino.
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