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MINACCIA JIHADISTA | L'accusa deposita nuovi atti contro Hamil

CATANZARO Un duro scontro tra l’accusa e la difesa è stata al centro dell’udienza, tenutasi giovedì mattina, al tribunale del Riesame di Catanzaro che dovrà decidere sulla misura cautelare da adott…

Pubblicato il: 11/02/2016 – 15:51
MINACCIA JIHADISTA | L'accusa deposita nuovi atti contro Hamil

CATANZARO Un duro scontro tra l’accusa e la difesa è stata al centro dell’udienza, tenutasi giovedì mattina, al tribunale del Riesame di Catanzaro che dovrà decidere sulla misura cautelare da adottare nei confronti di Hamil Mehdi, il venticinquenne di origine marocchina – residente a Luzzi, nel Cosentino – accusato di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. L’accusa – rappresentata dal procuratore vicario di Catanzaro Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo – ha depositato al Tdl i tabulati delle due utenze telefoniche in uso al ragazzo, con le risultanze del traffico whatsapp, e il traffico internet del computer sequestrato nel corso dell’arresto del presunto foreign fighter, nel quale sarebbero presenti elementi di rilevanza a dimostrazione del reato contestato. Lo scontro sarebbe nato al momento della deposizione di tali atti.
L’avvocato del giovane, Francesco Porto, ha espresso, infatti, delle contestazioni facendo rilevare come tra i numeri dei tabulati fosse presente anche il proprio e facendo mettere a verbale di non avere mai avuto contatti con Hamil prima della nomina come suo legale. Nomina che, aggiunge l’avvocato, è avvenuta da parte del padre di Hamil Mehdi e non dell’indagato. Quello che mette in dubbio l’avvocato Porto – specificando che prima della nomina non ha avuto contatti con nessuno della famiglia Mehdi – è che le utenze non fossero in uso esclusivo di Hamil Mehdi. Secondo la difesa non vi sono elementi di reità da addebitare al 25enne, sia per quanto riguarda l’autoaddestramento che il reato che gli viene contestato. Secondo il legale, infatti, il reato contestato è il 270 quinquies – «addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale» – ma Hamil non avrebbe mai visionato video con istruzioni «sulla preparazione o sull’uso di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose». Mancherebbe l’elemento dell’addestramento «per il compimento di atti di violenza».  
Per quanto riguarda, poi, il viaggio che il giovane avrebbe tentato di intraprendere in Turchia a luglio scorso – venendo respinto dalle autorità portuali turche all’aeroporto di Istanbul per motivi di «sicurezza pubblica» –, se fosse dimostrato che le intenzioni erano quelle di unirsi ai combattenti dell’Isis, questo non riguarderebbe il reato contestato al ragazzo ma riguarderebbe il reato di «arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale», ossia il 270 quater, che però non viene contestato. Ora sarà compito del Riesame stabilire quali motivazioni accogliere e quale misura cautelare adottare nei confronti di Hamil Mehdi.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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