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Due Italie, due modi di essere istituzioni

Un gruppo di senatori del Pd, notizia di oggi, ha presentato un’interrogazione per chiedere al ministro delle infrastrutture «lo stato dei lavori del piano economico finanziario della Società Strad…

Pubblicato il: 12/02/2016 – 18:39

Un gruppo di senatori del Pd, notizia di oggi, ha presentato un’interrogazione per chiedere al ministro delle infrastrutture «lo stato dei lavori del piano economico finanziario della Società Strada dei Parchi spa». A Cosenza, anche questa è notizia di oggi, le imprese che garantiscono le forniture di materiali e le prestazioni di servizio, si dicono pronte a gesti eclatanti per accendere i riflettori su quanto sta avvenendo attorno al megappalto da 103 milioni di euro che dovrebbe consentire di raccordare la statale 106 alla Salerno-Reggio Calabria: complessivamente i crediti vantati dalle venti imprese coinvolte nel macro lotto si aggirerebbero sui 4,5 milioni di euro. Nonostante l’Associazione temporanea d’impresa – capitanata dalla Vidoni Spa – che si è aggiudicata la gara d’appalto avrebbe già ottenuto dall’Anas sia gli 8 milioni di euro d’anticipo oltre 37,5 milioni per le 15 trance dei Sal.
I lavori nei cantieri della zona sono fermi da ottobre dello scorso anno e il termine del 31 dicembre previsto per la conclusione delle attività è stato largamente sforato. Da qui la preoccupazione che non stimola tuttavia alcuna iniziativa delle istituzioni. Eppure, a rischio, segnalano in una lettera inviata alla prefettura e alla questura di Cosenza, nonché al commissariato di polizia e al comando dei carabinieri di Castrovillari ma anche alla polizia stradale di Frascineto e alla Protezione civile, è «la stessa sopravvivenza delle imprese, con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro». Sono 311 i dipendenti delle aziende a rischio default.
L’ultima beffa che avrebbe fatto scattare la protesta è l’incontro del 10 febbraio a Roma tra i vertici dell’Anas e della Vidoni Spa per affrontare la questione. Un incontro che sebbene era stato garantito nel corso del vertice svoltosi nella prefettura di Cosenza lo scorso 3 febbraio, non si è svolto.
Tutto questo mentre l’economia locale è in ginocchio, in particolare le imprese agricole della zona, a causa dei disagi per la circolazione stradale e il blocco dei lavori.
Ora, in un settore che riguarda gli appalti per le infrastrutture mi chiedo cosa rende timida la difesa di interessi che appaiono oggettivamente meritevoli di essere difesi a tutela delle imprese e dei lavoratori. Vogliamo ragionar per estremi e assurde ipotesi che vogliono escludere che al Sud vi siano imprese che non siano in qualche modo collegate alla mafia? E quindi si lascia che cuociano nel loro brodo? Vogliamo ragionarla così? Allora non sorprendiamoci se sotto la lingua di asfalto troveremo una gola di rifiuti, indifferenziati e pericolosi, proprio come i condizionamenti che limitano la possibilità di dare voce a questo grande male che soffoca la Calabria, le sue imprese e la sua gente, sempre costretta a stringere spallucce davanti all’assenza delle istituzioni.

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