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Contratti e sentenza del Consiglio di Stato, tensione alla Regione

CATANZARO «L’attuale Segreteria della Uil Fpl ritiene legittime le applicazioni delle sentenze e afferma che nessuna azione è stata promossa da questo sindacato per contrastare le decisioni dei giu…

Pubblicato il: 13/02/2016 – 17:59
Contratti e sentenza del Consiglio di Stato, tensione alla Regione

CATANZARO «L’attuale Segreteria della Uil Fpl ritiene legittime le applicazioni delle sentenze e afferma che nessuna azione è stata promossa da questo sindacato per contrastare le decisioni dei giudici». A scrivere è il segretario generale della Uil-Funzione pubblica Elio Bartoletti, che si inserisce nel filone dell’inchiesta del Corriere della Calabria sulle conseguenze della sentenza del Consiglio di Stato che boccia le progressioni verticali alla Regione. «La Uil – si legge nella nota – promuove, tutela e difende i diritti dei lavoratori, nel rispetto di leggi, regolamenti e sentenze, non accettando l’artificiosa correlazione tra le funzioni sindacali e le responsabilità in capo alla dirigenza regionale a seguito della sentenza del Consiglio di Stato». Proprio in queste ore, il sindacato, secondo quanto scritto da Bartoletti, ha trasmesso una nota al dirigente generale del Personale, al presidente e a tutti i componenti della delegazione trattante, al presidente della giunta Mario Oliverio e all’assessore al Personale Antonio Viscomi. 
La nota tocca alcune delle questioni ancora aperte nella burocrazia regionale: «Con espresso riferimento all’ipotesi di contratto decentrato integrativo per gli anni 2014 e 2015, “siglato” tra le parti in sede di delegazione trattante il 23 dicembre 2015, la Uil-Fpl Calabria, che ha firmato l’ipotesi per solo ed esclusivo senso di responsabilità, esprime una formale protesta per il ritardo accumulato, non avendo ancora ricevuto la convocazione e/o formali comunicazioni in merito alla sottoscrizione definitiva dell’accordo per la ripartizione dei fondi del salario accessorio dei dipendenti della giunta regionale». 
Bartoletti, poi, parla di «incredibile e increscioso immobilismo da parte dei rappresentanti di parte pubblica, che a distanza di quasi due mesi dalla sigla dell’accordo, continuano a penalizzare ulteriormente i dipendenti della giunta regionale, rendendosi ulteriormente colpevoli di un malessere organizzativo/gestionale già denunciato con la diffida del 25 gennaio e con la nota del 4 febbraio». Non è tutto. La Uil considera «gravi» le dichiarazioni, pubblicate sul sito della Regione Calabria, del dirigente Carlo Tansi, responsabile del dipartimento Protezione Civile, che denuncia “una inadeguata gestione delle risorse finanziarie, discutibile e illegale, con lo sforamento del monte ore massimo previsto dall’istituto del lavoro straordinario, nonché l’attribuzione dell’istituto contrattuale della turnazione e della reperibilità a un numero di dipendenti assolutamente sproporzionato, annunciando, tra le altre cose, che informerà la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti”». Per Bartoletti, «fermo restando il diritto dei lavoratori del dipartimento della Protezione Civile a percepire quanto dovuto per le attività svolte, adesso disconosciute e considerate privilegi dal dirigente Tansi, la Uil-Fpl Calabria ritiene necessario verificare eventuali responsabilità e la portata di quanto reso noto dal dirigente della Protezione Civile, considerato che il dirigente generale del dipartimento Risorse umane Bulotta conoscerà la problematica, in quanto i dipendenti ingiustamente accusati, saranno stati preventivamente autorizzati dal dirigente allo svolgimento delle attività che ricadono negli istituti contrattuali delle risorse decentrate del salario accessorio». Insomma, sarà pur vero che c’è stato uno sforamento delle ore di straordinario, ma qualcuno l’avrà pur autorizzato. Il sindacato chiede ai vertici della Regione di valutare entro sette giorni «l’eventuale riapertura della contrattazione decentrata integrativa anni 2014 e 2015 con la presenza di tutti i soggetti sindacali aventi titolo e diritto, onde evitare il rischio di nullità con conseguente e grave danno per tutto il personale dipendente interessato che, oltre al ritardo ingiustificato finora accumulato, si vedrebbe ulteriormente penalizzato per la non corretta distribuzione delle risorse decentrate».

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