CATANZARO Prosegue l’attività investigativa sull’immobile acquistato dall’Arpacal a Castrolibero per trasferirvi i propri laboratori e mai utilizzato. Lunedì mattina i militari della Guardia di finanza e del Nisa si sono recati nella sede dell’Efim, finanziaria del gruppo Dodaro, e hanno acquisito in copia tutta la documentazione relativa all’immobile oggetto di indagine da parte della Procura di Catanzaro. L’immobile, di tre piani, è stato pagato a caro prezzo – più di due milioni di euro – tramite una gara, annullata e poi ripristinata, con un solo partecipante.
La vicenda che ha fatto scattare le indagini ha avuto inizio nel febbraio 2009 quando l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente indice una gara per trovare una nuova sede per i propri laboratori in provincia di Cosenza. Al bando risponde solo una società, la Efim, finanzaria del gruppo Dodaro, famiglia di imprenditori cosentini con interessi nell’agroalimentare e, all’epoca, nell’editoria. Alla compravendita dell’immobile, però, si arriva dopo più di due anni dalla gara. Lo stop era nato in seguito al parere negativo dell’avvocato Valerio Donato, docente della facoltà di Giurisprudenza all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Il suo giudizio convince i dirigenti dell’Agenzia a fermare l’acquisto. Tra le ragioni che portano al giudizio del legale vi è il fatto che l’immobile sarebbe destinato a uffici pubblici e non a laboratori. Dunque, «al momento della presentazione, l’offerta non era compatibile con l’uso richiesto». Qualche tempo dopo l’Arpacal revoca l’annullamento della gara d’appalto. E la Efim perfeziona la vendita dell’immobile. Il risultato, ad oggi, è che la sede dell’Arpacal non è stata mai più trasferita nel palazzo di Castrolibero.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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