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La piccola Lourdes dell'Aspromonte

Tanti, ma davvero tanti anni fa, andai a Placanica sullo Jonio reggino. Di Fratel Cosimo si sentiva a mala pena parlottare. Nulla a che fare con le migliaia di fedeli che da qualche anno a questa p…

Pubblicato il: 15/02/2016 – 10:34

Tanti, ma davvero tanti anni fa, andai a Placanica sullo Jonio reggino. Di Fratel Cosimo si sentiva a mala pena parlottare. Nulla a che fare con le migliaia di fedeli che da qualche anno a questa parte si recano a trovarlo. Avevo appena 18 anni e la Madonna non era ancora apparsa sullo scoglio al giovane Cosimo Fragomeni. Né la Chiesa si era ancora pronunciata anche se il mormorio ormai correva di porta in porta, come solo nei paesi avviene. 
Passano gli anni e Placanica diventa il centro del mondo sullo Jonio,dopo Paravati di Mileto, con la mistica Natuzza e le sue stimmate. Prima cento, poi, cinquecento, un migliaio, qualche migliaio, fino ad arrivare – quarantasette anni dopo – a decine di migliaia di pellegrini giunti in questo piccolo centro calabrese, da ogni parte della regione e molti da Sicilia e Lucania. Qualcuno, finanche dall’estero. Tanto è che si incomincia a parlare di Placanica come una piccola Lourdes. Non so se è esagerato, giuro. 
Non ho avuto più occasione di tornarvi. Fatto è che, arrangiandosi alla meno peggio, migliaia di persone hanno trascorso due giorni ed una notte, pur di pregare e stare raccolti attorno al piccolo mondo di Fratel Cosimo. E questa volta, nel 2015, alla presenza del vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva. Prima una solenne concelebrazione, presieduta dal presule, fresco di nomina, durante la quale si è voluta ricordare la grandezza del messaggio dell’Immacolata Concezione. Di concerto l’evangelizzazione del mistico di Placanica, con la preghiera di intercessione per ammalati e sofferenti. Poi la processione sulla spianata di Santa Domenica, tra ali di folla, acclamante ed in ginocchio, col capo chino. Ed è, a questo punto che Fratel Cosimo ha ricordato come quasi cinquant’anni fa, allo “Scoglio” gli apparve la Madonna. «Non aver paura vengo dal Paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la madre del figlio di Dio. Sono venuta a chiederti di costruire qui una piccola cappella in mio onore. Ho scelto questo luogo perché voglio che si venga qui a pregare». Ha ripetuto queste parole Fratel Cosimo, ancora una volta. Lo fa da quasi 50 anni, per convincere se stesso,ma anche per convincere gli altri. Lui, giovane contadino della zona, che racconta i messaggi ricevuti – tutti dello stesso tenore – in qualche lettera ma soprattutto al parroco.
Col sacerdote della parrocchia, scende nei particolari. Ha raccontato di essersi visto abbagliato da una grande luce, che dopo poco era sparita. Dopo un po’ è stato invitato a guardare verso lo Scoglio (ecco perché La Madonna dello scoglio) dove vide una giovane donna, scalza, con le mani giunte, illuminata alle spalle. Vestita di bianco, con un manto azzurro, un velo bianco in testa. Il povero Cosimo cominciò a tremare, non riusciva a capacitarsi. Avrebbe voluto nascondersi,se non scappare. Poi si fermò, ci pensò un attimo e si avvicino allo Scoglio. La Madonna non c’era più.
Il parroco prese tempo, fino a quando la notizia non divenne di dominio pubblico. La Chiesa che, di solito, è molto cauta di fronte ad aventi miracolosi, non potè non stringersi davanti al fratello Cosimo, l’unico mistico certificato della Calabria, dopo la scomparsa di mamma Natuzza, che qualcuno ha voluto parlare come dell’erede di Padre Pio di Pietrelcina, oggi Santo. A poco a poco, la Chiesa si è stretta attorno a fratel Cosimo, dall’assistente spirituale della Madonna dello scoglio, padre Raffaele Vaccaro, uno dei “riconvertiti” dalla fede in Dio, al vescovo di Locri Gerace Francesco Oliva. E mentre padre Raffaele Vaccaro è diventato servo di Dio, Fratel Cosimo è divenuto terziario francescano. Ma c’è di più. Mons. Oliva ha parlato di Fratel Cosimo come uomo semplice del quale Dio si serve per le Sue grandi opere!” E’ l’uomo dell’ascolto, secondo il presule,tant’è che incontra,anche in privato, cento persone il mercoledì e cento il sabato di ogni settimana, mese ed anno per un totale di diecimila persone all’anno. Ad ognuna di queste persone non manca da Fratel Cosimo un parola buona, una parola di conforto. Ecco perché l’Opera Madonna dello Scoglio è ormai conosciuta come luogo di ascolto del Signore, ma anche luogo di conversione.
Ecco perché, l’ultima volta, quest’anno, si sono sfiorate le cinquantamila presenze: gente che piange, che prega, si prostra, si inginocchia, prega per i malavitosi affinché si convertano. E la speranza cammina con lui, specie in questi momenti difficili. E adesso la Madonna dello Scoglio diventa Santuario: un momento memorabile e di grande emozione per tutti. Quante lacrime quando monsignor Oliva ha reso noto il decreto di riconoscimento. Un momento che si inscrive all’interno del Giubileo straordinario della Misericordia, proprio mentre Papa Francesco, da Città del Messico, esorta a non celebrare la Morte.

*giornalista

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