COSENZA E allora eccola l’Alleanza civica tanto evocata. A Cosenza prende forma lunedì sera attorno a un tavolo, nella sede della federazione provinciale dei dem. E comprende tutti: il centrosinistra classico guidato dal Pd ma anche l’Ncd dei fratelli Gentile, il movimento che fa capo ai Morrone (padre e figlio) e quello riconducibile a Giacomo Mancini. Una grande coalizione per impedire a Mario Occhiuto di riconquistare Palazzo dei Bruzi. Uno schieramento trasversale che include tutti: cattolici, riformisti, ambientalisti, moderati, post comunisti e liberali.
Il dado è tratto ma il difficile viene adesso. Primo ostacolo da superare: la scelta del candidato a sindaco. Ufficialmente rimane in campo la proposta del Pd di delegare ai militanti, attraverso le primarie da celebrare domenica 6 marzo, la designazione di chi dovrà guidare la coalizione. Concretamente sono già in corso i lavori per arrivare all’individuazione del candidato aggirando la consultazione ai gazebo. Sul metodo illustrato dal coordinatore del centrosinistra cosentino, Luigi Incarnato, si è registrata la convergenza dei nuovi arrivati.
Quattro-cinque giorni è il tempo che si sono dati i protagonisti di questa intricata vicenda per venire a capo della situazione. Le trattative saranno portate avanti sull’asse Cosenza-Roma. Insomma, il progetto dei renziani Magorno e Covello di giungere all’incoronazione di Lucio Presta va avanti e ciò nonostante la forte determinazione di Enzo Paolini a non cedere nemmeno di un millimetro. Certo, la volontà (caldeggiata anche dal fronte Adamo-Guccione-Oliverio?) di insistere sul nome del manager dei vip non fa felici tutti. Provare per credere. Si narra che sempre lunedì, durante il vertice del centrosinistra, il coordinatore regionale di Scelta civica Sergio Nucci non sia andato molto per il sottile quando è stato affrontato l’argomento Presta. «Io non mi siedo a un tavolo con chi mette paletti e distribuisce pagelle», sarebbe stato il senso del suo ragionamento. Una presa di posizione colorita e decisa per ribadire che lui alle primarie non vuole rinunciare.
E dunque si va avanti tra accelerazioni e cambi di passo improvvisi. Di certo c’è che i tre maggiori azionisti della maggioranza del 2011 hanno lasciato il centrodestra. E se per Mancini e Morrone si tratta di un ritorno al passato, per i fratelli Gentile siamo di fronte a un inedito. Dopo venti anni di battaglie elettorali condotte sotto l’ala protettrice di Silvio Berlusconi, le truppe di Pino e Tonino sono pronte a fare fronte comune con quelle di Adamo, Guccione e Oliverio. Si chiama Alleanza civica, si legge Partito della Nazione in salsa bruzia.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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