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'Ndrangheta a Lamezia, il prefetto: «Gli arresti non bastano»

LAMEZIA TERME Non usa mezzi termini il prefetto di Catanzaro Luisa Latella. Gli interventi degli imprenditori nel corso dell’incontro sulla sicurezza che si è tenuto a Lamezia Terme, in seguito ai …

Pubblicato il: 15/02/2016 – 15:44
'Ndrangheta a Lamezia, il prefetto: «Gli arresti non bastano»

LAMEZIA TERME Non usa mezzi termini il prefetto di Catanzaro Luisa Latella. Gli interventi degli imprenditori nel corso dell’incontro sulla sicurezza che si è tenuto a Lamezia Terme, in seguito ai numerosi atti intimidatori che hanno colpito diverse imprese della città nelle ultime settimane, non hanno soddisfatto il rappresentante del governo. «Questo non è un convegno, ma un incontro operativo. Io non penso alla teoria ma alla pratica». Pochi sono stati gli interventi che hanno colto nel segno.
Tra gli interventi più “operativi”, quello del sacerdote Giacomo Panizza che ha proposto di attuare un piano di governance per la città. «Chi è governato – ha sottolineato Panizza – non deve solo lasciarsi governare ma deve poter partecipare, proporre soluzioni. È importante trovare uno spazio in cui in cui chi vuole fare possa incontrarsi e creare una governance». Il tema della ‘ndrangheta è ancora un tema pesante. Lamezia è una città che fa fatica a garantire ai giovani un lavoro sul proprio territorio. «È pesante – ha sottolineato il sacerdote – intraprendere un’attività o aprire un negozio». Ma l’intervento non deve essere solo di natura repressiva. «Ci sono tanti problemacci sul territorio – ha detto don Giacomo – che vanno affrontati sul tema della sicurezza sociale». Basti pensare alla prostituzione o ai ragazzini che vengono mandati a mettere ordigni incendiari. «Bisogna aiutarli, sperimentare l’istituto della messa alla prova, oltre al carcere».

UN’UNICA SOLUZIONE: DENUNCIARE Secondo Maria Teresa Morano, rappresentante dell’associazione antiracket lametina, «a Lamezia è ancora troppo fragile la presa di coscienza da parte della popolazione rispetto alla lotta alla mafia. Basti pensare che neanche il 10% delle parti offese si costituisce parte civile nel corso dei processi». «Spesso gli imprenditori ci dicono di non avere problemi di questo genere e poi, magari, invocano miracolosi eserciti. Ma Lamezia ha bisogno di eserciti di uomini liberi – conclude Morano – oggi è possibile dire di no al pizzo come hanno fatto tanti imprenditori. Mettiamoci insieme, denunciamo, costituiamoci parte civile».
«La democrazia si fonda sui numeri. Più siamo a combattere contro la ‘ndrangheta, più possibilità ci sono di arginare il fenomeno». L’appello lo lancia per prima il prefetto di Catanzaro: «Gli arresti non bastano – prosegue Latella – perché il ricambio all’interno delle cosche è molto rapido. Basti pensare al recente fermo di un ragazzo di soli 19 anni (accusato di avere posto in essere atti intimidatori contro alcune attività commerciali lametine, ndr) la cui giovane età dimostra che la mentalità è già quella. Ho avuto un incontro in una scuola e ho notato che i ragazzi parlavano dello Stato come se fosse altra cosa rispetto a loro. È il problema è che spesso i ragazzi riflettono il pensiero delle famiglie». Secondo il prefetto «non è la mancanza di lavoro che fa proliferare la ‘ndrangheta. Lo dimostra il fatto che la ‘ndrangheta si sia insediata in regioni ricche e attive come Emilia o Lombardia, dove il lavoro c’è». «Non siete soli – dice Latella rivolgendosi agli imprenditori – ma dobbiamo combattere insieme». 
Anche il procuratore della Repubblica a Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, incita alla collaborazione: «È necessario che le parti lese collaborino con noi – dice – serve un cambio strutturale di mentalità. Non è il singolo episodio che preoccupa, che sia l’intimidazione o finanche l’omicidio. Quello che desta preoccupazione è la mentalità: ci sono cittadini che preferiscono all’autorità dello Stato l’autorità della mafia». L’impegno delle procure prosegue, come ha garantito il procuratore vicario di Catanzaro Giovanni Bombardieri, facendo però attenzione che «i processi non debellano la ‘ndrangheta ma creano quelle condizioni per debellarla. Se solo due persone denunciano, sono due bersagli. Se sono tante, sono un fronte. Dovete conquistarvi la libertà che vi spetta perché oggi potete farlo». 



TELECAMERE, TAVOLO TECNICO E BUON ESEMPIO Attivare sistemi di videosorveglianza che rendano più sicura la città. Creare un tavolo tecnico per permettere la messa in atto di proposte e soluzioni. Ma, sopra ogni cosa, il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro invita i suoi amministratori a dare il buon esempio «da quando ci svegliamo la mattina a quando andiamo a dormire la sera. Dobbiamo allontanare da noi il sospetto che ci sia la non osservanza anche del più piccolo obbligo di legge». E infine, anche da parte del primo cittadino, l’invito: «Denunciate».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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