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Imprenditori costretti ad assumere gli 'ndranghetisti

CATANZARO Coordinata dalla Dda di Catanzaro, a chiusura delle indagini preliminari la Guardia di finanza ha notificato quattro avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone, due delle qua…

Pubblicato il: 15/02/2016 – 9:14
Imprenditori costretti ad assumere gli 'ndranghetisti

CATANZARO Coordinata dalla Dda di Catanzaro, a chiusura delle indagini preliminari la Guardia di finanza ha notificato quattro avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone, due delle quali ritenute esponenti di spicco dei clan di ‘ndrangheta lametini. Questi gli indagati: Aldo Notarianni, Giuseppina Giampà, Carolina Cerra e Vincenzo Torcasio (classe 1980). L’accusa è di estorsione aggravata dal metodo mafioso e truffa aggravata. Gli agenti delle Fiamme gialle avrebbero accertato che un membro della cosiddetta “commissione” di una cosca egemone di Lamezia Terme avrebbe imposto a diversi imprenditori, con intimidazioni, la sua fittizia assunzione, quella della moglie e della cognata. In questo modo, gli indagati si sarebbero fraudolentemente precostituiti una falsa posizione contributiva ai fini pensionistici, ottenendo nel corso del tempo, senza svolgere attività lavorativa, un indebito profitto derivante dai contributi previdenziali estorti ai loro apparenti datori di lavoro e da indennità di malattia e di disoccupazione erogate indebitamente nel frattempo dall’Inps. Inoltre, la guarda di finanza avrebbe accertato che un altro esponente di rilievo di un’altra cosca lametina, attraverso analogo modus operandi, avrebbe imposto la sua assunzione e quella di una sua congiunta ad un imprenditore agricolo, beneficiando anch’egli di indebiti profitti. Alcuni degli indagati, secondo quanto appurato dai finanzieri, sarebbero già sottoposti a misure coercitive personali per reati di sangue. Le Fiamme gialle hanno inviato le comunicazioni all’Inps che procederà al recupero delle somme quantificate in un totale complessivo di 100mila euro.

LE VITTIME: NESSUN MINACCIA Le indagini sono scaturite da accertamenti patrimoniali effettuati dai finanzieri a carico degli indagati che, per giustificare il loro tenore di vita, hanno dichiarato di essere adipendenti di alcune aziende della zona di Lamezia Terme. Questo ha indotto i finazieri ad approfondimenti dai quali è emersa l’effettiva sussistenza di un rapporto di lavoro dichirato ma mai in realtà svolto dagli assunti. Secondo quanto si apprende, i titolari delle aziende coinvolte hanno negato di essere stati minacciati, senza fornire agli inquirenti alcuna collaborazione. Fra le persone indagate, tuttavia, non figura nessuno di loro. Nei loro riguardi, anzi, gli inquirenti configurano lo status di vittime del sistema imposto. Le indagini continuano in quanto gli inquirenti intendono verificare la sussistenza di casi analoghi.

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