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Omicidio nel Torinese, fermato un calabrese

TORINO C’è un arresto nelle indagini per l’omicidio di Pierpaolo Pomatto, il pregiudicato di 66 anni che lo scorso 19 gennaio è stato trovato morto con un colpo di pistola alla nuca. I carabinieri …

Pubblicato il: 15/02/2016 – 19:56
Omicidio nel Torinese, fermato un calabrese

TORINO C’è un arresto nelle indagini per l’omicidio di Pierpaolo Pomatto, il pregiudicato di 66 anni che lo scorso 19 gennaio è stato trovato morto con un colpo di pistola alla nuca. I carabinieri hanno fermato Mario Perri, 55 anni, originario della provincia di Cosenza ma da anni residente a Rivarolo Canavese, in provincia di Torino, dove è stato trovato il cadavere. Ad inchiodarlo il telefono cellulare della vittima, un Lg dual sim, trovato a casa della nipote. «Glielo avevo comperato per 40 euro», si è difeso l’uomo fermato davanti al gip Stefania Cugge, che oggi ne ha convalidato l’arresto. Nei confronti di Perri, secondo gli investigatori dell’Arma coordinati dal pm di Ivrea Ruggero Crupi che lo ha fermato sabato, ci sarebbero «gravi e convergenti elementi di responsabilità».
I carabinieri del Nucleo investigativo di Torino sono risaliti a lui grazie all’esame del computer trovato a casa della vittima e, appunto, agli ultimi spostamenti del cellulare, tracciato attraverso le celle telefoniche. La sera del 18 gennaio, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, Perri avrebbe sequestrato Pomatto nei pressi di un supermercato di Rivarolo, dove è stata poi ritrovata l’auto della vittima, e – probabilmente sotto la minaccia di una pistola – lo avrebbe costretto a seguirlo fino a Vesignano, una frazione di Rivarolo. Li’, la mattina successiva nei pressi di un canale, un passante ha trovato il cadavere e ha dato l’allarme. Intorno al corpo oltre duecento banconote false da 50 euro, con la scritta “facsimile”. Perri, difeso dall’avvocato Daniela Dematteis del foro di Torino, ha respinto ogni addebito. Nella sua casa alcuni indumenti sporchi di sangue, con accanto una bottiglia di candeggina che, secondo l’accusa, voleva utilizzare per far sparire le macchie. La sera prima del ritrovamento del cadavere di Pomatto, inoltre, alcuni testimoni lo avrebbero visto in compagnia della vittima. L’arrestato si trova ora nel carcere di Ivrea. Le indagini nei suoi confronti proseguono per stabilire il movente del delitto, forse un regolamento di conti maturato negli ambienti della criminalita’ locale. Perri, come la vittima, ha numerosi precedenti. L’ultima condanna nei suoi confronti venerdì  il giorno prima del fermo: tredici mesi di reclusione per essere evaso dagli arresti domiciliari.

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