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Resta in carcere il presunto foreign fighter

COSENZA Resta in carcere Hamil Mehdi, il 25enne marocchino accusato di auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il tribunale del Riesame non ha accolto l’appello presentato dal…

Pubblicato il: 15/02/2016 – 17:38
Resta in carcere il presunto foreign fighter

COSENZA Resta in carcere Hamil Mehdi, il 25enne marocchino accusato di auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il tribunale del Riesame non ha accolto l’appello presentato dal legale del giovane, l’avvocato Francesco Porto. Nel corso dell’udienza per il riesame l’accusa – rappresentata dal procuratore vicario di Catanzaro Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo – aveva depositato nuovi atti: i tabulati delle due utenze telefoniche in uso al ragazzo, con le risultanze del traffico whatsapp, e il traffico internet del computer sequestrato nel corso dell’arresto del presunto foreign fighter, nel quale sarebbero presenti elementi di rilevanza a dimostrazione del reato contestato. Atti nei confronti dei quali erano stati sollevati i dubbi della difesa, secondo la quale le due utenze telefoniche, così come il computer, non erano in uso esclusivo del ragazzo ma anche di terzi.
Hamil Mehdi è stato arrestato a Luzzi, in provincia di Cosenza, lo scorso 25 gennaio dagli agenti della Digos del capoluogo bruzio. Le indagini erano partite a luglio dopo un viaggio che il marocchino, residente in Calabria da dieci anni con la propria famiglia, aveva tentato di intraprendere in Turchia. Il giovane era stato, però, respinto dalle autorità portuali turche e rispedito in Italia “per motivi di sicurezza”. Con sé aveva un biglietto di sola andata, un pantalone militare e pochi indumenti, un libro e un tappetino per la preghiera e una pubblicazione dei Fratelli musulmani. “Sono partito solo per pregare”, è sempre stata la versione del giovane che ha affermato di essere musulmano, di avere visto i video “per curiosità” e di non approvare il terrorismo. Ma dalla mancato viaggio di luglio gli agenti – coordinati dalla Procura di Catanzaro – hanno monitorato ogni sua mossa fino all’arresto di gennaio con l’accusa di voler diventare un foreign fighter al servizio del Califfato. Sarebbe internet la vera chiave d’accesso alla nuova dottrina seguita da Hamil. Ed internet, probabilmente, sarà la chiave di accusa e difesa per provare le vere intenzioni del ragazzo.

ale. tru.

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