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Quegli undici precari più uguali degli altri

CATANZARO Il dubbio che serpeggia nei corridoi della Cittadella regionale è che ci siano undici precari più uguali degli altri. E adesso non è solo un chiacchiericcio: ci sono atti ufficiali ad ava…

Pubblicato il: 16/02/2016 – 9:39
Quegli undici precari più uguali degli altri

CATANZARO Il dubbio che serpeggia nei corridoi della Cittadella regionale è che ci siano undici precari più uguali degli altri. E adesso non è solo un chiacchiericcio: ci sono atti ufficiali ad avanzare un dubbio che trae origine da delibere di giunta e decreti firmati dai dirigenti della burocrazia regionale. La storia, però – lo ricorda un’interrogazione di Domenico Tallini che arriva martedì nell’aula del consiglio regionale –, inizia nel lontano 2007. È allora che la giunta regionale avvia la procedura di stabilizzazione di oltre 300 lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. L’iter continua, tra gli indispensabili passaggi formali, fino al 2012, quando la procedura si conclude con la sottoscrizione dei contratti. La stabilizzazione è possibile, ma soltanto con l’inquadramento del personale nella categoria B, il penultimo nella scala gerarchica della Regione. Fermiamoci per un attimo all’interrogazione di Tallini e citiamo: «Per le stabilizzazioni in tale categoria è richiesto il solo requisito della scuola dell’obbligo per l’accesso al pubblico impiego, mentre per le categorie superiori (C e D) si accede mediante procedure concorsuali».
Facciamo un lungo passo avanti – più di tre anni – e scopriremo che la giunta regionale, il 3 aprile 2015, ha contrattualizzato 10 lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. E lo ha fatto oltre il termine previsto dalla legge. E, dice Tallini, senza «nessuna istruttoria compiuta dal dirigente del dipartimento Organizzazione e personale, i cui pareri sono indispensabili ai fini della procedura contrattuale». Il consigliere regionali ha molti dubbi: sull’iter seguito, sui criteri con i quali sono stati scelti gli undici lavoratori, sul perché i contratti siano stati sottoscritti fuori tempo massimo. E sullo sfondo c’è la possibile stabilizzazione degli undici. Siamo già al secondo rinnovo del contratto, scatterebbe al terzo.
Alle domande del consigliere regionale pare aver già risposto la rappresentanza sindacale unitaria della Regione. Che, in una nota firmata da Antonio Belmonte, Simone Candelise, Rosa Critello, Romualdo Lentini e Michele Rigoli parla di «grave disparità di trattamento rispetto ai 359 lavoratori ex Lsu-Lpu già stabilizzati». Tutta la faccenda, secondo loro, sta «avvenendo senza troppa pubblicità, per evitare che possano emergere aspetti scomodi e censurabili dal punto di vista legale». Le proteste si concentrano su un decreto firmato il 31 dicembre 2015 dai dg del dipartimento Risorse umane e Lavoro, Antonino De Marco e Luigi Bulotta. Prima di Capodanno, i manager hanno contrattualizzato gli undici «per la seconda volta, al di fuori di ogni regola di correttezza istituzionale». Nel riepilogare la storia, i membri della Rsu ricordano che le presunte violazioni di legge erano state segnalate in una nota del 22 gennaio 2015 «da parte del dirigente di settore del dipartimento Risorse umane, Sergio Tassone».
Il succo delle contestazioni è chiaro: non c’è stata una selezione pubblica, dunque quegli 11 lavoratori sono stati assunti senza una logica amministrativa convincente e le loro qualifiche sono uno schiaffo ai 359 ex precari stabilizzati e demansionati. C’è un’altra questione tecnica a motivare le proteste dei sindacati: gli undici precari “più uguali” degli altri, nel 2008 avevano rifiutato la stabilizzazione. Questo significa che, secondo una legge del 2000, erano decaduti dal bacino Lsu-Lpu e dunque non avrebbero potuto «beneficiare dell’abnorme e illegittimo atto della giunta regionale».

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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