REGGIO CALABRIA Piatto ricco, mi ci ficco. Sembra essere questo lo spirito che aleggia attorno alla città metropolitana, evoluzione amministrativa trasformatasi nel tempo da eterea prospettiva a concreta promessa di milioni di euro da gestire. Rispetto alle sorelle italiane, Reggio Calabria viaggia a rilento a causa del vecchio scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale del capoluogo e l’iter si concluderà solo al termine del mandato naturale dell’attuale presidente della provincia, Giuseppe Raffa, previsto nel 2016. Nel frattempo però, fra città e provincia è stato un fiorire di associazioni, forum, think tank che aspirano a dettare l’agenda – o quanto meno mettere un piedino – nel nuovo ente. Questa mattina, ad accomodarsi nell’aula di Palazzo San Giorgio su invito della commissione consiliare Città metropolitana sono stati i rappresentanti del Forum Reggio Nord 2020, formato – si legge nella nota diramata al termine dell’incontro – «da 28 associazioni del territorio e dai sei sindaci delle Vallate del Gallico e di Catona», che ai consiglieri hanno esposto il proprio «piano di riassetto territoriale della zona nord di Reggio Calabria nel nuovo quadro metropolitano» denominato Reggio Nord 2020, immaginato – affermano – «come uno strumento programmatico e metodologico per le amministrazioni locali, con un arco temporale breve, in quanto legato alle programmazioni in itinere, funzionale a sperimentare soluzioni e orientare le scelte da estendere alla pianificazione strategica della città metropolitana». In sintesi, una lista di cose da fare e con urgenza per chi avrà l’onore e l’onere di tirare la carretta della nuova città metropolitana. Ad esporlo ai consiglieri comunali, senza che nessuno – a quanto pare – avesse alcunché da eccepire, si sono presentati fra gli altri l’ex deputato del Psdi Paolo Romeo, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan De Stefano, e indicato in diversi atti giudiziari come eminenza grigia degli arcoti, Franco Malara, sindaco di Santo Stefano d’Aspromonte e nipote del presunto boss della montagna “don Rocco” Musolino, qualche mese fa finito al centro di uno scandalo prima per il cosiddetto “emendamento ad personam” che da revisore dei conti gli ha permesso di candidarsi ad una carica politica, quindi per le presunte pressioni per farlo eleggere nel consiglio direttivo dell’Ente Parco, e Domenico Giandoriggio, nel lontano ’93 arrestato nell’inchiesta, poi sfumata, sul decreto Reggio. “Esperienze” pregresse che non sembrano aver turbato gli inquilini di Palazzo San Giorgio, se è vero quanto il Comitato afferma nella nota diffusa al termine della riunione, durante la quale «il documento nella sua fase ultima di implementazione, ha avuto l’unanime parere positivo della Commissione, con i commissari tutti concordi nel ritenere Reggio Nord 2020 la più avanzata espressione di documento strategico che a oggi sia stato prodotto su una parte di territorio della futura Città metropolitana di Reggio Calabria, ritenendo significativo il metodo, modello da esportare come prassi di successo in altri contesti». Cosa contenga di preciso il piano, la comunità – si annuncia – lo saprà solo nei primi giorni di marzo, quando il comitato «presenterà anche la sua organizzazione operativa funzionale a supportare la fase di implementazione del Documento programmatico e il Manifesto che sarà lanciato per avviare una vasta sottoscrizione nella popolazione del territorio di Reggio Nord a supporto della condivisione dei principi del Piano». A quanto pare – dunque – un piano già concertato fra i rappresentanti dell’intero arco consiliare e il Comitato, fra qualche settimana verrà sottoposto all’approvazione della cittadinanza che lo dovrà subire. Nel frattempo però «il Comitato sarà quindi l’organizzazione che accompagnerà il documento nella sua fase di attuazione, giorno dopo giorno, promuovendo le strategie e le azioni che il territorio ha ritenuto necessarie per raggiungere gli obiettivi che si è imposto attraverso l’analisi dei bisogni, l’elaborazione dei risultati e la definizione di linee di indirizzo precise e concrete». Il territorio o il comitato?
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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