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Un Modigliani per la cucina del boss

REGGIO CALABRIA C’era anche un Modigliani appeso alla parete del salotto di Mico Tattoo Sonsogno, uomo degli arcoti mandato a supervisionare il locale degli Zindato, quando i fratelli Francesco e G…

Pubblicato il: 16/02/2016 – 7:57
Un Modigliani per la cucina del boss

REGGIO CALABRIA C’era anche un Modigliani appeso alla parete del salotto di Mico Tattoo Sonsogno, uomo degli arcoti mandato a supervisionare il locale degli Zindato, quando i fratelli Francesco e Gaetano Andrea Zindato finiscono in galera. Certo, spiega il collaboratore Enrico De Rosa «la mamma di Checco Zindato ed in misura minore la moglie Margherita hanno sempre svolto un ruolo attivo nella gestione della cosca, anzi – specifica il pentito – posso dire che la signora Melina era molto più capace dei suoi figli nella gestione degli affari criminali», ma una supervisione di casa De Stefano sulla zona era necessaria. De Rosa lo sa, con Sonsogno – reggente designato dagli arcoti – ha vissuto in simbiosi per anni.

UNA REGGIA NEL LABIRINTO DEL CEP Per questo è in grado di indicare con precisione fotografica non solo l’ubicazione della casa di Mico Tattoo, ma persino la disposizione delle stanze, dei mobili – di cui conosce persino la marca e se e quanto siano stati pagati – come pure quell’anta segreta in cui è stata nascosta una pistola usata. In quella casa, del resto, De Rosa ci è andato spesso. Insieme all’amico “Mico Tattoo” ha fatto anche una serie di lavoretti. E la ricorda con precisione millimetrica. Nascosta nel labirinto dei lotti di Archi Cep – accrocco urbanistico di palazzoni popolari tutti uguali, dalla facciata scrostata e che si affacciano su strade che dell’asfalto hanno solo un lontano ricordo – c’era una casa arredata con mobili di lusso ed elettrodomestici d’avanguardia. Solo in salotto – racconta al pm Stefano Musolino – c’era un televisore da 60 pollici. Nella cucina soggiorno invece «sulla destra c’è un quadro che Mimmo rubò.. un quadro importante tipo, adesso non mi viene in mente, può stare sereno, è un quadro.. è un Modigliani, ecco cos’era, un Modigliani».

UNA TELA PREZIOSA Secondo quanto riferito dal collaboratore in un verbale successivo, Sonsogno avrebbe sottratto quel quadro «in una villa che l’imprenditore Licandro stava ristrutturando a Santa Caterina». Quando gli investigatori entrano a casa Sonsogno con un decreto di perquisizione non hanno difficoltà a rintracciare la tela. Fa bella mostra di sé esattamente dove il collaboratore ha detto. Nel verbale di perquisizione si legge infatti che è stato rinvenuto «un quadro (tela e cornice) delle dimensioni si cm 64×85 (cornice compresa) raffigurante una donna con un collo allungato riportante la firma “Modigliani” scritto in corsivo minuscolo sulla tela stessa; nel retro della tela era riportata la scritta impressa su una targhetta anch’essa di tela riportante il seguente testo “Modigliani – Madame van Muyden”. E in più, si specifica, «sul retro del quadri era visibile un taglio in tutto il perimetro della tela in coincidenza con la cornice».

IL PARERE DELL’ESPERTO Tutti elementi che confermano non solo le dichiarazioni del pentito, ma anche il valore del quadro. Ma questo Sonsogno già lo sapeva da tempo. «Fece chiamare un esperto – dice il pentito – che era un suo parente, sempre un Sonsogno che, se non erro, vive a Milano, e gli disse che era un Modigliani, e ce l’ha là appeso entrando in cucina sulla sinistra, mille per mille, è quello con un collo lungo, una signorina con un collo lungo».

INDAGINI IN CORSO La signorina in questione è Madame van Muyden e quella tela rappresenta una rarità nella produzione artistica di Modigliani, perché si tratta di una delle poche opere realizzate su commissione. Attualmente dovrebbe essere esposta al Museo di Sao Paulo del Brasile, anche se alcune fonti la danno come parte della collezione della Johannesburg Art Gallery dell’erede della dinastia dei signori dei diamanti, Lady Florence Phillips. Il quadro è stati sequestrato e adesso sarà sottoposto ai necessari accertamenti del Nucleo tutela del patrimonio artistico dei carabinieri. Probabilmente si tratta di un falso d’autore, ma rimane comunque il rischio – concreto – che una delle più preziose tele di Modigliani sia stata per anni ad abbellire le pareti della casa di un boss, con noncuranza allocata sulla parete di una cucina soggiorno fra fumi e fritture.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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