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A Casignana una «bomba ecologica», ma per l'Arpacal è tutto ok

LAMEZIA TERME Una «bomba ecologica». Così il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, ha definito la discarica di Casignana, un sito da anni al centro di sospetti – e anche di un pro…

Pubblicato il: 17/02/2016 – 16:30
A Casignana una «bomba ecologica», ma per l'Arpacal è tutto ok

LAMEZIA TERME Una «bomba ecologica». Così il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, ha definito la discarica di Casignana, un sito da anni al centro di sospetti – e anche di un procedimento giudiziario scaturito dall’inchiesta “Black Garden” – che, dopo i nubifragi dello scorso novembre, aveva ripreso a vomitare percolato (qui la notizia). Ad occuparsi di quello che per molti è un mostro ambientale è stato Giulio Golia, una delle “iene” di punta della popolare trasmissione di Mediaset. Nel servizio, andato in onda nella serata di martedì su Italia 1, Golia ha inserito un video girato dai carabinieri in cui si vede Antonio Crinò, l’ingegnere che per anni ha gestito la discarica – fratello di Pietro, ex sindaco del paese della Locride –, indirizzare con un tubo un liquido verso la scarpata, in direzione del fiume. Si tratta di percolato, spiega Golia, sostanza che è stata poi rilevata «a grandi concentrazioni nelle terre circostanti», dove si coltiva la terra e si allevano gli animali. La “iena” per corroborare le sue affermazioni ha quindi esposto il contenuto di alcune analisi commissionate a un laboratorio privato da un agronomo italo-canadese, preoccupato per le sorti delle sue coltivazioni. Gli elementi cercati sui campioni prelevati da quattro punti diversi della vallata in prossimità della discarica sono arsenio, cadmio, cromo, nichel e piombo: per tutti sono stati riscontrati valori abbondantemente oltre i limiti previsti per legge. Le stesse analisi, ha spiegato Golia, sono state ripetute e confermate dall’Università di Messina.
La discarica «è stata progettata senza canali di scolo laterali», ma l’Arpacal «dice che è tutto a posto». Il direttore scientifico e responsabile tecnico dell’Agenzia regionale, infatti, a domande precise hanno risposto che quelle esibite durante il servizio sono «analisi di un laboratorio privato che riportano dati parziali e poco significativi», e che da quelle effettuate dall’Università di Messina emergono «dati non allarmanti». Sostanzialmente sulla stessa linea i fratelli Crinò: «Nella discarica non c’è mai stato inquinamento». Di tutt’altro tenore, invece, le conclusioni del capo della Procura di Locri: «Si tratta di una bomba ecologica, una sorta di Etna bis. Lì occorre un intervento amministrativo deciso».

s. pel.

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