CATANZARO «La cifra è spaventosa ma rende evidente come l’agroalimentare sia ormai una certezza e dunque anche le organizzazioni criminali cercano – a tutto i costi e con ogni mezzo – di inquinare e di essere illegali e dannose protagoniste; 16 miliardi di euro è il business delle agromafie ed i contenuti del IV Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare inducono più d’una riflessione». Lo dice Mauro D’Acri, consigliere regionale del gruppo “Oliverio presidente”.
«I dati riferiti al Meridione e alla Calabria in particolare non sono incoraggianti – continua D’Acri –, le province calabresi sono vittime dell’associazionismo criminale che fa sentire il proprio peso sul territorio, prova ne sono le percentuali riferite alla confisca dei beni: un immobile su cinque confiscato alla criminalità organizzata è nell’agroalimentare (17,6% in Calabria). Se a ciò aggiungiamo che nel sistema agricolo nazionale tra i 20 ed i 25 miliardi di euro vengono sprecati per il mancato utilizzo dei beni confiscati il panorama risulta per ciò che è: tristemente preoccupante».
«Il rapporto è – spiega il consigliere – un utilissimo strumento di analisi, verifica e comprensione di un fenomeno che – accanto ad altri e penso ad esempio alla sofisticazione – danneggia in misura consistente il percorso delle decine di migliaia di aziende agricole oneste, così come incide sulla prospettiva futura del comparto. Naturalmente e a fronte di questi dati, ciascuno di noi ha l’obbligo non solo di evidenziarli ma di rendere evidente – in ragione di ruoli, responsabilità e funzioni – cosa concretamente è possibile fare».
«Da questo punto di vista – dice D’Acri – vorrei sottolineare l’estrema importanza dell’avviso pubblico per il finanziamento di progetti destinati al riutilizzo dei terreni confiscati alla criminalità organizzata, avviso pubblicato dal dipartimento Agricoltura sulla base di un preciso indirizzo che ha trovato accoglimento in una delibera di giunta regionale nel novembre scorso. Il dipartimento ha indicato una strada precisa, si prevedono interventi di riqualificazione economica e sociale di terreni confiscati alla criminalità organizzata, è un bando destinato a cooperative sociali, organizzazioni di volontariato e associazioni no profit riconosciute, che gestiscono beni confiscati alla criminalità organizzata ed è a sportello e dunque senza alcuna valutazione di ordine discrezionale. Le risorse non sono moltissime ma per le condizioni attuali del bilancio rappresentano un gesto di assoluto valore e impegno a difesa della legalità, contro le agromafie ed a sostegno di un’agricoltura sociale e solidale».
x
x