Il problema è reale, perché corruzione e frodi valgono 6 miliardi di euro. E lo dimostrano anche i dati della Guardia di finanza, che da gennaio 2014 a giugno 2015 ha scoperto frodi e sprechi nella spesa pubblica sanitaria che hanno prodotto un danno erariale per 806 milioni di euro, pari al 14% di quello complessivo. Ma c’è anche un problema di percezione della presenza di corruzione: le differenze a livello territoriale sono notevoli, anche in Europa. E la Calabria si piazza – a livello di sensazioni – sul fondo dell’ennesima classifica. Secondo lo studio sulla corruzione nel sistema sanitario in 206 regioni europee del Quality of Government Institute di Göteborg, la più trasparente è la finlandese Aland e nessuna Regione italiana si trova tra le 10 più virtuose. La meglio piazzata è Trento, al 39° posto, seguita da Bolzano al 42°, mentre le due Regioni percepite dalla popolazione come maggiormente corrotte sono la Puglia, al 189° posto, e proprio la Calabria, al 191°. Anche se i settori più esposti alla corruzione sono quelli degli appalti pubblici e delle nomine dei dirigenti in ospedali e Asl, una serie di comportamenti di medici, professionisti sanitari e pazienti favoriscono la proliferazione di corruzione e malasanità. Secondo il 31% degli italiani, lo spreco e l’uso inefficiente delle risorse nella sanità è un problema superato per gravità solo dalla lunghezza delle liste d’attesa. L’87% degli italiani, inoltre, pensa che nella sanità siano molto diffuse le frodi, cioè che tante persone beneficiano gratuitamente di prestazioni senza averne diritto. Del resto, 15 milioni di italiani dichiarano di conoscere personalmente qualcuno che beneficia dell’esenzione totale o parziale del ticket grazie a un Isee (l’autocertificazione che misura la condizione economica della famiglia) non veritiero. Senza contare le risorse che, anziché generare flussi fiscali, rimangono sommerse. Per risparmiare, 10 milioni di italiani dichiarano che negli ultimi 12 mesi hanno pagato visite mediche specialistiche in nero e sono 7 milioni quelli che hanno effettuato visite odontoiatriche senza una regolare ricevuta fiscale. Un fiume di risorse sprecate, sottratte alla cura più efficiente dei malati.
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