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Anziano derubato e gettato in mare. La “tecnica” di Dorel e Stella

VIBO VALENTIA Ottocento euro. E un telefono cellulare. Tanto ha fruttato l’aggressione a Giglio Ciancio, 78enne di Pizzoni il cui corpo, la mattina del 6 agosto 2015, galleggiava senza vita a 50 me…

Pubblicato il: 19/02/2016 – 11:53
Anziano derubato e gettato in mare. La “tecnica” di Dorel e Stella

VIBO VALENTIA Ottocento euro. E un telefono cellulare. Tanto ha fruttato l’aggressione a Giglio Ciancio, 78enne di Pizzoni il cui corpo, la mattina del 6 agosto 2015, galleggiava senza vita a 50 metri dalla spiaggia di Pizzo. Ad adescarlo, derubarlo e aggredirlo, per poi buttarlo in mare quando probabilmente era ancora vivo ma privo di conoscenza, sarebbero stati due cittadini rumeni, il 38enne Dorel Varga e la 37enne Stela Rezmuves, senza fissa dimora ma domiciliati nella Piana di Gioia Tauro. I due sono stati arrestati nella serata di giovedì dai carabinieri del comando provinciale di Vibo (sezione di Polizia giudiziaria e Compagnie di Vibo e Tropea), dai militari della Guardia di finanza (Roan) e della Capitaneria di porto di Vibo Marina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Gabriella Lupoli su richiesta della pm Concettina Iannazzo in forza alla locale Procura guidata da Mario Spagnuolo; sono accusati di omicidio e rapina aggravata in relazione alla vicenda del 78enne di Pizzoni e di sola rapina aggravata per l’aggressione a un’altro vibonese.

L’OMICIDIO DI CIANCIO Palmo Giglio Ciancio trascorreva la maggior parte del tempo curando il suo orto a Pizzoni, sulle colline delle Preserre. Al massimo era solito spostarsi dal suo paese per andare a Tropea per sottoporsi alle cure mediche che gli erano necessarie dopo un intervento che aveva subìto qualche anno prima. Nei giorni precedenti alla sua scomparsa, in particolare il 4 agosto, i familiari avevano notato che aveva un comportamento strano e che si allontanava spesso per parlare con qualcuno al telefono. Quando hanno analizzato i tabulati telefonici, gli inquirenti vibonesi hanno ricostruito che quel giorno Ciancio aveva fatto 28 telefonate, di cui 26 con soggetti di cittadinanza rumena. I contatti «più significativi» c’erano stati proprio con Dorel Varga e, con ogni probabilità, erano serviti a organizzare un incontro per il giorno successivo con una donna, ovvero Stela Rezmuves, “Stella”. Così la mattina del 5 agosto l’anziano sale a bordo della sua Motoape per andare a Vibo. Con sé ha 800/900 euro e dice ai familiari di dover andare in un’officina di Vibo per delle riparazioni al mezzo. In quell’officina però Ciancio quel giorno non c’è proprio andato. Dai filmati di numerose telecamere di videosorveglianza, e dai tabulati telefonici, emerge che invece si è incontrato con una donna nei pressi di un bar di Vibo per poi proseguire con lei sull’Ape verso Pizzo, per arrivare proprio in località stazione, la zona dove fu poi ritrovato cadavere. Sul suo corpo c’erano segni di violenza: tracce di sangue e, soprattutto, una frattura nella regione occipitale. Addosso, però, non aveva più né i soldi con cui era uscito di casa né il suo telefono cellulare, e i pantaloni che indossava erano girati a rovescio e appesantiti da alcune pietre. Grazie ai tabulati gli inquirenti hanno ricostruito i contatti che Ciancio aveva avuto con i soggetti arrestati e anche gli spostamenti di questi ultimi dopo l’aggressione: Varga, infatti, in seguito ha utilizzato proprio l’utenza telefonica che era stata sottratta all’anziano. Grazie ai video, inoltre, la donna è stata identificata dai carabinieri del comando di Rosarno.

L’ALTRA RAPINA Analogo, ma con esito fortunatamente diverso, l’episodio capitato al 50enne vibonese L.V.. Pochi giorni dopo la rapina a Ciancio, il 18 agosto, l’uomo viene ritrovato dal fratello nei pressi della stazione ferroviaria di Vibo Marina in stato di semicoscienza. Riferisce di essere stato avvicinato da una donna di etnia rom che lo aveva invitato ad appartarsi al di là dei binari, dove ad aspettarli, però, c’erano due uomini che lo hanno aggredito, derubato e buttato in un canneto lasciandolo privo di sensi. Dai tabulati emerge che il 17 e 18 agosto l’utenza che era di Giglio Ciancio, poi utilizzata da Varga, aveva contattato più volte quella di L.V.. E l’uomo ha poi spiegato agli inquirenti di essere stato contattato dalla donna poi riconosciuta come “Stella”, rom proveniente da Rosarno. Dopo averlo colpito più volte in diverse parti del corpo, gli hanno rubato 50 euro, quattro anelli e un girocollo, il tutto per un valore di 1000 euro.
Gli inquirenti stanno tuttora verificando alcuni episodi analoghi, avvenuti nella Calabria settentrionale e in Sicilia, di cui altre persone anziane sarebbero stati vittime. Si continua a indagare, infine, per scoprire l’identità dei complici di Dorel e “Stella”.

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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