Processo Oragate, l'ex direttore Regolo sarà parte civile

COSENZA Ha preso il via – anche se con molta fatica – il processo a carico di Umberto De Rose, accusato di tentata violenza privata nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata uscita del quotidiano L’Ora della Calabria, la cui pubblicazione sarebbe stata bloccata, secondo l’accusa, per evitare la pubblicazione della notizia di un’indagine a carico di Andrea Gentile, figlio del sottosegretario Antonio. Oggi il processo ha rischiato ancora una volta di essere rinviato, come accade da un anno e mezzo per una serie di difetti di notifica a De Rose. 
La difesa di De Rose ha sollevato alcune eccezioni sempre relative alla notifica dell’atto di comparizione per l’imputato. Prima di aprire il dibattimento, il legale di De Rose, l’avvocato Franco Sammarco, ha chiesto di rinviare l’udienza perché l’imputato non aveva ricevuto alcuna notifica di comparizione.
La questione nasce dall’udienza dello scorso 5 gennaio, quando il rinvio era avvenuto per difetto di notifica, ovvero la notifica era arrivata dopo il termine consentito. Ragion per cui era saltato tutto. Ma, a detta del legale – che a supporto ha presentato sentenze della Cassazione – il Tribunale doveva nuovamente notificare la citazione all’imputato. Altra eccezione riguardava il non rispetto del termine dei sessanta giorni per la notifica. Eccezioni respinte dal giudice Manuela Gallo che, dopo due ore di camera di consiglio, ha incardinato il processo con la richiesta di costituzione di parti civili. 
Ammessa quella di Luciano Regolo, ex direttore della testata. Il Tribunale si è riservato di sciogliere la riserva sull’ammissione di parte civile di Aurelio Chizzoniti presentata in qualità di ex presidente della Commissione di vigilanza del consiglio regionale e di lettore-abbonato del quotidiano. Su tale richiesta si è opposta la difesa di De Rose e il giudice si è riservato. 
L’udienza è stata rinviata al prossimo 1 aprile per sciogliere le riserve sulla costituzione di parte civile e per l’ammissione delle prove del pubblico ministero Donatella Donato, della difesa e delle parti civili. Dopo la chiusura delle indagini del giugno 2014, la Procura di Cosenza ha deciso di ricorrere alla citazione diretta a giudizio per l’ex presidente di Fincalabra. Secondo gli inquirenti, sarebbe lui l’unico protagonista dello scandalo Oragate. Nel registro degli indagati era finito anche il nome di Andrea Gentile, ma la sua posizione è stata poi stralciata e archiviata. Secondo la ricostruzione del pm Domenico Assumma, all’epoca titolare del fascicolo, la sera del 18 febbraio del 2014 De Rose, proprietario della tipografia che stampava il quotidiano L’Ora della Calabria, chiamò l’editore Alfredo Citrigno per chiedergli di non pubblicare la notizia sull’inchiesta nei confronti del figlio del senatore Gentile.
Lo stampatore, in una telefonata registrata dal direttore Luciano Regolo, fece riferimento a possibili ritorsioni da parte della famiglia Gentile («il cinghiale quando è ferito ammazza tutti»). Una volta capito che la notizia sarebbe stata pubblicata avrebbe, secondo l’accusa, fatto ricorso al “guasto” della rotativa per impedire l’uscita del quotidiano. Il tutto, sostiene la Procura cosentina, in assoluta autonomia. Durante le indagini è stata effettuata una perizia sulla rotativa che quella notte sarebbe andata in tilt. Secondo i consulenti chiamati dalla Procura non vi fu alcuna rottura. La rotativa – sostiene l’accusa – era assolutamente in grado di stampare il quotidiano.

Mirella Molinaro
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