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«Il debito della sanità in Calabria non finisce mai»

«Il soggetto attuatore del piano di rientro della Calabria sul piano finanziario è la giustizia amministrativa e in parte, al netto della furbizia delle banche e delle ragionerie delle Asp, la gius…

Pubblicato il: 20/02/2016 – 16:55
«Il debito della sanità in Calabria non finisce mai»

«Il soggetto attuatore del piano di rientro della Calabria sul piano finanziario è la giustizia amministrativa e in parte, al netto della furbizia delle banche e delle ragionerie delle Asp, la giustizia civile. Come creditore del sistema sanitario ero convinto che la patologia fosse circoscritta all’Asp di Reggio Calabria; dopo le dichiarazioni del presidente del Tar di Catanzaro e del Procuratore della Corte dei Cconti mi rendo conto che ci troviamo di fronte ad una tragica situazione che investe complessivamente la Calabria. Questa supplenza della magistratura rispetto alla politica ed alla burocrazia calabrese è inaccettabile». È quanto afferma in una nota il deputato del Pd Demetrio Battaglia.
«A distanza di anni – prosegue l’esponente dem – non sono stati ancora pagati, e probabilmente non accertati compiutamente, i debiti che hanno spinto nel baratro del commissariamento la sanità calabrese. Malgrado decine di ricognizioni debitorie, nonostante migliaia di atti giudiziari esecutivi le Asp della Calabria non pagano i debiti pur avendo avute le risorse finanziarie destinate allo scopo. Anzi si può avanzare il fondato sospetto che tali somme finalizzate all’eliminazione delle poste passive antecedenti al 2010 siano state utilizzate per esaudire crediti sorti successivamente. Insomma in Calabria si aggira un mostro che non solo non si riesce a contrastare, ma che addirittura viene quotidianamente nutrito, per incapacità, inerzia, negligenza ed anche malafede».
«Una situazione che doveva essere definita in un paio di anni a partire dal 2010, rischia di mettere una ipoteca negativa sulla possibilità di risanare e rilanciare il sistema sanitario regionale. Non si capisce – prosegue Battaglia – perché in questi anni, a fronte di una sentenza o di un credito certo, non si sia potuto adottare un semplice atto di pagamento, oppure non sia stata fatta definitiva chiarezza sui debiti. La situazione finanziaria non è un aspetto secondario rispetto al rilancio dei servizi, anzi è una precondizione. Ogni sforzo che si sta facendo per modernizzare ed estendere le prestazioni sanitarie nei confronti dei cittadini rischia di naufragare sugli scogli di una opacità finanziaria e scarsa trasparenza amministrativa che resiste ad ogni azione positiva che pure la Regione tenta di sviluppare. Si ripropone la necessità e l’urgenza di separare, all’interno delle attività corrente delle Asp, la gestione dei debiti antecedenti al 2010 sia giuridicamente che finanziariamente; così come forse è arrivato il momento di porre seriamente ed in termini drastici il problema di un adeguamento della macchina burocratica al fine anticipare l’intervento della giustizia amministrativa che, tra l’altro, provoca ulteriori spese poste a carico della sanità.
Inoltre sarebbe utile, per avere un quadro finanziario completo, una verifica approfondita dei bilanci delle Asp dal 2010 ad oggi al fine da accertarne la piena veridicità ed evitare nuove sorprese di ulteriori disavanzi che lascerebbero la Calabria commissariata a tempo indeterminato. Se non eliminiamo questi aggrovigliati aspetti gestionali di carattere contabile ed amministrativo – conclude Battaglia – si rischia di vanificare ogni sforzo teso ad invertire la tendenza negativa attuale non consentendo il riallineamento della Calabria ai migliori standard nazionali di qualità».

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