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Incendiarono il magazzino per frodare l'assicurazione

  CATANZARO Nel 2015 il magazzino nel quale avrebbero dovuto aprire un mobilificio era stato incendiato due volte in 20 giorni, ma ad appiccare le fiamme non era stato il racket delle estorsio…

Pubblicato il: 20/02/2016 – 11:32
Incendiarono il magazzino per frodare l'assicurazione

 

CATANZARO Nel 2015 il magazzino nel quale avrebbero dovuto aprire un mobilificio era stato incendiato due volte in 20 giorni, ma ad appiccare le fiamme non era stato il racket delle estorsioni ma gli imprenditori titolari. A questa conclusione sono giunti gli investigatori della squadra mobile di Catanzaro che hanno notificato un avviso di conclusione indagini della Procura, in cui si ipotizza il reato di incendio doloso e fraudolento danneggiamento di beni assicurati, a Alfonso Talarico, 38 anni, e Graziano Gregorio Russo (50) mentre è in corso di notifica ad Antonio Celia (40). Gli investigatori sono risaliti ai tre grazie alle immagini della videosorveglianza di un negozio Brico. Sul luogo dell’incendio, infatti, era stata trovata una scatola di diavolina e lo scontrino dell’acquisto effettuato il giorno prima. Nelle immagini si vedono i tre comprare la diavolina. La struttura non era andata completamente distrutta grazie agli agenti di una volante che vedendo il fumo avevano chiamato i vigili del fuoco.
Le fiamme erano divampate una prima volta nella notte tra il 10 e l’11 maggio. Spento l’incendio, rimaneva parte dell’allestimento che l’impresa aveva fino ad allora realizzato e tracce di quanto era stato impiegato per innescare il rogo: taniche e bottiglie contenenti liquido infiammabile, oltre a fiammiferi e diavolina. A questo episodio ne era seguito un altro, il 7 giugno, provocando non meno danni. Un accurato sopralluogo sulla scena del crimine aveva consentito agli inquirenti di repertare scatoloni di diavolina e uno scontrino fiscale, che ne documentava l’acquisto in un centro “Brico” di Catanzaro, il giorno precedente l’incendio. Da qui all’individuazione di chi aveva acquistato quella diavolina, utilizzata come innesco delle fiamme, il passo è stato breve. I locali che ospitavano l’azienda in via di apertura non erano muniti di impianto di videosorveglianza né di allarme ma la merce che li occupava era coperta da assicurazione che, secondo l’accusa, era l’obiettivo dei tre imprenditori.

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