COSENZA Poco prima della mezzanotte di sabato i carabinieri del comando provinciale di Cosenza, guidati dal comandante Milko Verticchio, hanno notificato un provvedimento di fermo emesso dalla Procura nei confronti di Giovanna Leonetti. La biologa 37enne è accusata di omicidio volontario aggravato: avrebbe ucciso la sua bimba, di appena sette mesi, soffocandola con un cuscino. «Ancora non abbiamo elementi certi per affermare che la giovane mamma abbia voluto togliersi la vita». Dopo ore di interrogatori e di serrata attività investigativa il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, vuole procedere con estrema cautela e delicatezza nella tragedia che ha sconvolto la città dei Bruzi. Attorno a mezzogiorno di sabato, nella centralissima via Molinella, la piccola Marianna – di appena sette mesi – viene trovata senza vita con il viso coperto da un cuscino e la sua mamma, Giovanna Leonetti, distesa sul letto in stato di incoscienza con accanto una confezione di barbiturici. La donna è ricoverata nell’ospedale “Annunziata”: sedata ma non in pericolo di vita ed è piantonata dalle forze dell’ordine.
(Giovanna Leonetti)
IPOTESI DI INFANTICIDIO Sin dall’immediatezza del fatto si era ipotizzato che la donna avesse ucciso la piccola e poi avrebbe tentato di togliersi la vita. Un particolare quest’ultimo – però – che il procuratore aggiunto Manzini, che sta coordinando le indagini assieme al pm di turno Domenico Frascino, non può confermare ancora con certezza. «Dobbiamo avere ulteriori riscontri». Ciò che è emerso è che la donna soffrisse di depressione post partum e proprio per questo seguiva cure psichiatriche. Quando la donna, subito dopo la tragedia, è stata portata in ospedale i medici le hanno fatto una lavanda gastrica ed è risultato un’assunzione eccessiva di farmaci. Ma gli inquirenti dovranno, infatti, accertare se la giovane biologa avesse esagerato con le dosi delle medicine che prendeva per le cure o avesse realmente avuto intenzione di togliersi la vita. Dopo i primi elementi emersi dai sopralluoghi della Scientifica, dei carabinieri del Reparto e del Nucleo operativo e dopo aver ascoltato per ore i familiari della donna e il marito, e aver sentito anche lei i magistrati hanno emesso un provvedimento di fermo nei confronti della giovane mamma.
(Da sinistra il procuratore aggiunto Marisa Manzini e il sostituto Domenico Frascino)
IL RACCONTO DEL MARITO Nel primo pomeriggio di sabato sono stati ascoltati, nel comando provinciale dei carabinieri, i familiari della biologa in presenza dei magistrati Manzini e Frascino. Il papà della piccola Marianna, Francesco Luberto ha ricostruito, prima, i particolari della scena che si è trovato di fronte attorno a mezzogiorno. Poi, ha descritto i comportamenti della moglie che in passato non ha mai sofferto di disturbi psichiatrici. Gli sbalzi di umore e gli stati di ansia si sarebbero manifestati subito dopo la nascita della loro prima bambina avvenuta lo scorso agosto. Malesseri da inquadrare nella classica depressione post partum e per i quali Giovanna Leonetti era seguita da specialisti con cure appropriate. Non è vero che avesse problemi di sonno, a differenza di quanto affermato da qualche amica ai giornalisti. Il marito agli inquirenti ha invece detto che, proprio a causa delle medicine che assumeva, la moglie si addormentava spesso anche durante il giorno e la sera andava a letto piuttosto presto. Il giovane avvocato, così come tutta la famiglia della biologa, hanno riferito agli inquirenti di essere consapevoli dei disturbi della donna manifestatisi dopo il parto. Un quadro descritto ai pm pure dalla nonna materna della bimba e dalla badante: le due si trovavano nella palazzina al momento della tragedia.
LA TRAGEDIA IN CASA DELLA ZIA La tragedia si è consumata al secondo piano dell’edificio in cui abita la famiglia Luberto nell’appartamento di proprietà della zia di Giovanna Leonetti. La zia di Giovanna in questi giorni si trovava fuori Cosenza ma la nipote aveva la disponibilità delle chiavi di casa. Nella tarda mattinata la biologa si è recata nell’abitazione della zia. Verso mezzogiorno, il marito che si trovava nel loro appartamento al terzo piano, notando l’assenza è sceso al secondo piano trovando davanti a sé una scena terribile: la piccola era senza vita con il viso coperto da un cuscino e la moglie distesa sul letto della zia con accanto una bottiglietta contenente barbiturici. In evidente stato di choc, l’avvocato ha cercato di chiamare i soccorsi e i familiari. Al primo piano abita la mamma di Giovanna Leonetti che si trovava in compagnia della badante. Immediato l’arrivo dell’ambulanza e dei medici del 118 che sin da subito hanno notato che per la piccola Marianna non c’era più nulla da fare, mentre la mamma era in vita. Le due sono state trasportate d’urgenza all’ospedale dell’Annunziata dove i medici del pronto soccorso non hanno potuto che constatare il decesso della piccola per soffocamento. La 37enne è stata sottoposta a lavanda gastrica e a tutte le cure specifiche applicate in caso di avvelenamento da farmaci. Giovanna Leonetti è ricoverata in ospedale piantonata dalle forze dell’ordine. Nella giornata di domenica sarà eseguita l’autopsia sul corpo della piccola.
«UNA COPPIA FELICE» Sgomento, dolore e disperazione sono i sentimenti che in poche ore si sono diffusi nella città dei Bruzi dove la giovane coppia di professionisti è molto conosciuta. Francesco Luberto è un giovane avvocato civilista, esperto in diritto amministrativo, noto tra i colleghi per la sua disponibilità e il suo essere sempre gioviale. Giovanna Leonetti è una biologa innamorata del suo lavoro, impiegata in un laboratorio di analisi. «Una coppia tranquilla, educata», commentano i vicini di casa attoniti per quanto accaduto e increduli che quella giovane donna «sempre sorridente» avesse potuto commettere una tale atrocità. «Li vedevamo uscire insieme, sorridenti e felici. Ora non sappiamo più cosa dire. Noi non eravamo in quell’appartamento». Francesco e Giovanna si sono sposati nel 2013, ad agosto era nata la loro prima figlia: la piccola Marianna. Una bimba dai grandi occhioni. Una gioia immensa che, all’improvviso, si è trasformata in una terribile tragedia.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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