CATANZARO Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo avrà pure la maggioranza in consiglio comunale, ma non può dormire sonni tranquilli. Nell’attesa prima seduta dell’aula rossa programmata dopo il fallito tentativo di “spallata” al sindaco, alla conta dei numeri non si è proprio arrivati, nonostante in ballo ci fosse l’esigenza di nominare un delegato del Comune che prendesse parte alla conferenza dei servizi con la Sorical indetta per il prossimo 24 febbraio.
Una seduta, quella tenutasi lunedì mattina, caratterizzata da strategie e tecnicismi che come risultato hanno impedito la nomina del delegato comunale e quindi certificato la mancata partecipazione del Comune ad un appuntamento amministrativo avente ad oggetto un tema, quello idrico, particolarmente attuale e delicato per la città.
Eppure, sebbene con qualche forzatura, i numeri per aprire la seduta c’erano: dei 33 consiglieri erano presenti in 22. Assenti il sindaco e la giunta, nonostante ci fosse da presentare il neoassessore Giampaolo Mungo e prendere atto delle dimissioni degli ex assessori Daniela Carrozza e Saverio Loiero, compito che è toccato quindi al presidente del consiglio comunale Ivan Cardamone.
Al momento di passare alla votazione, però, tra ordini di scuderia e defezioni strategiche dei singoli, il numero dei consiglieri presenti in aula è sceso a 15, invalidando così la seduta per mancanza del numero legale.
Un numero importante perché certifica, ancora una volta, che il vero ago della bilancia nell’aula rossa di Palazzo de Nobili è il gruppo di Ncd guidato da Marco Polimeni. Con la presenza dei due consiglieri alfaniani, infatti, si sarebbe potuto procedere al voto, visto che in aula c’era tutto il centrosinistra (Pd, Socialisti e liste civiche) più i consiglieri del gruppo misto Sergio Costanzo e Domenico Concolino. Un aspetto non minore, dunque, attraverso il quale si chiarisce la tattica attendista di Ncd – che a Catanzaro è guidato dal senatore Piero Aiello – sulla questione politica che coinvolge il Comune. In questo senso, lo strappo maturato a Cosenza con la scelta del candidato sindaco da parte del Pd senza interpellare l’alleato al governo nazionale, potrebbe quindi ripercuotersi anche su Catanzaro. Non rimane quindi che aspettare per vedere cosa decideranno di fare – o non fare – gli alfaniani.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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