COSENZA Troppi tentennamenti. Diverse prese di posizione, soprattutto quella dei fratelli Gentile e del Nuovo centrodestra, che «rischiano di indebolire» la candidatura di Lucio Presta. Da Roma l’ordine impartito è chiaro: evitare clamorosi dietrofront dopo che la decisione di puntare sul manager dei vip è stata ufficializzata.
E così, fedeli alla linea del Nazareno, i quattro deputati dem cosentini si sono adeguati, sottoscrivendo un documento che equivale a un atto di fedeltà incondizionata nei confronti di Presta. Tanto per Ernesto Magorno, quanto per Enza Bruno Bossio, Stefania Covello e Ferdinando Aiello, «le prossime elezioni amministrative devono segnare un punto di svolta per Cosenza e la sua comunità. Il sostegno nei confronti della candidatura di Lucio Presta nasce proprio in ragione di un progetto finalizzato a restituire dignità alle istituzioni cittadine, ad aprire il più possibile la partecipazione nella responsabilità della cosa pubblica, a dare un respiro diverso ad una città che è sempre stata capace di esprimere una leadership territoriale non solo in Calabria, ma nell’intero Mezzogiorno».
Secondo i quattro parlamentari, «è comunemente avvertita la necessità di dare discontinuità ad una pessima gestione amministrativa ed è per questo che il Pd ha deciso di puntare sull’esperienza e le indubbie qualità di un manager che ama la sua città e vuol mettersi al suo servizio. Il resto sono polemiche strumentali che non devono distogliere la nostra attenzione dall’obiettivo principale: il bene di Cosenza».
Dunque, addio primarie. Con buona pace di Enzo Paolini, che continua a chiedere (sostenuto in questa battaglia dal segretario nazionale di Scelta civica Enrico Zanetti) di delegare ai militanti la scelta su chi dovrà guidare il centrosinistra. La decisa di posizione di Magorno, Aiello, Bruno Bossio e Covello si scontra anche con l’appello all’unità lanciato prima da Ncd e poi dai verdiniani di Giacomo Mancini.
Su Presta, comunque, il Pd non arretra. È questa la linea di Renzi e Lotti e su questo percorso i parlamentari cosentini non ammettono rallentamenti. Il “Giovane turco” Carlo Guccione condivide questa impostazione?
an. ri.
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