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Il ricordo di Rossella, che sfidò la 'ndrangheta per amore

PALMI Era il 22 febbraio 1981 quando una giovane studentessa di Firenze, Rossella Casini, chiamò suo padre per l’ultima volta. Si trovava a Palmi. «Sto rientrando», gli disse inconsapevole che stav…

Pubblicato il: 22/02/2016 – 15:29
Il ricordo di Rossella, che sfidò la 'ndrangheta per amore

PALMI Era il 22 febbraio 1981 quando una giovane studentessa di Firenze, Rossella Casini, chiamò suo padre per l’ultima volta. Si trovava a Palmi. «Sto rientrando», gli disse inconsapevole che stava, invece, per incontrare i suoi carnefici e affrontare il suo martirio: è stata uccisa, fatta a pezzi e gettata in mare. È morta per amore, Rossella. In anni in cui la parola mafia nessuno osava nemmeno mormorarla, lei aveva convinto il suo fidanzato, Francesco Frisina, a rompere il silenzio e a svelare la lunga scia di sangue che aveva toccato anche la sua famiglia nella faida tra le cosche Gallico-Frisina e Parrello-Condello. Oggi Firenze l’ha ricordata, a 35 anni dalla sua scomparsa, con una manifestazione nel corso della quale è stata posta una targa commemorativa in Borgo Santa Croce, davanti alla sua casa. A Palmi, invece, dove lei per prima scosse le fondamenta dell’omertà, oggi tutto tace. Se non fosse per le manifestazioni che d’estate l’associazione Libera, attraverso i presidi della Piana, organizza con don Pino De Masi per ricordarla, Palmi perderebbe un momento doloroso ma importante della propria storia.



LA STORIA Non sapeva nulla della ‘ndrangheta Rossella, studentessa di Psicologia all’università di Firenze, figlia unica di un operaio in pensione della Fiat e di una casalinga. Nel 1978 conosce Francesco Frisina che studiava Economia. Un amore grande, importante, i due ragazzi si fidanzano ufficialmente, i genitori si conoscono. Tutto sembra scorrere felicemente per quell’appassionata ragazza dagli occhi chiari. Fino al quattro luglio del 1979, quando Domenico Frisina, padre del suo fidanzato, viene ucciso in un agguato da due sconosciuti. È così che Rossella, che in quei giorni era a Palmi, viene catapultata nel gorgo delle faide di ‘ndrangheta. Ma lei non scappa, resta accanto a Francesco fino a quando anche lui, a dicembre dello stesso anno, viene colpito alla testa nel corso di un’imboscata e scampa alla morte per miracolo. È Rossella che lo fa trasferire a Firenze, in una clinica neurochirurgica, lo assiste e durante la convalescenza lo convince a parlare coi magistrati, a rompere il muro d’omertà che circonda gli affari della sua famiglia. Anche lei racconta quello che sa. Quello che ha visto e che ha intuito lo riferisce al sostituto procuratore di Firenze Francesco Fleury. L’indagine venne poi trasmessa a Palmi. Il 22 febbraio del 1980 Pino Mazzullo, cognato di Francesco, marito di sua sorella Concetta, viene intercettato mentre dice: «Ci ha inguaiato tutti». 
Quello che è avvenuto è un fatto gravissimo al quale rimediare al più presto. La famiglia convince bene presto Francesco a ritrattare, cosa che costerà il carcere a lui e a suo cognato. Rossella, sempre innamorata, sempre vicina al suo Francesco, continua a viaggiare tra Firenze e Palmi. A pochi giorni dal processo scende in Calabria per parlare con un giudice. È il febbraio 1981. «Sto rientrando», dice a suo padre, Loreto Casini. 
La sua famiglia non rivedrà mai più quell’unica figlia. La madre morirà pochi anni dopo per il dolore di quella perdita violenta. Anche Loreto Casini non c’è più. Ha fatto in tempo, nel 1994, a leggere su un giornale che il pentito siciliano Vincenzo Lo Vecchio, vicino ai Frisina, aveva rivelato che la ragazza era stata uccisa e fatta a pezzi per ordine di Concetta Frisina, la sorella di Francesco. I suoi resti sarebbero stati gettati al largo della tonnara di Palmi. Lo ha saputo così, dalle pagine di un quotidiano, senza essere avvertito da nessuno. 
Dopo nove anni di processo non ci sono state condanne per la morte della giovane. Ma Firenze, nonostante della famiglia Casini non sia rimasto nessuno, non dimentica. Oggi a mezzogiorno il martirio di Rossella, uccisa ad appena 25 anni, è stato ricordato davanti alla sua casa natale. A Scandicci le hanno dedicato l’istituto comprensivo “Rossella Casini”. A Palmi dal 2013 si aspetta la posa di una targa per dedicarle una strada.
In Calabria tutto tace. Il mare s’è preso il corpo della studentessa e la memoria dei calabresi.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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