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“Saggio compagno”, il Tdl scarcera imprenditore di Cinquefrondi

REGGIO CALABRIA Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Antonino Napoli ed Antonio Cimino, ha disposto la scarcerazione dell’imprenditore di …

Pubblicato il: 22/02/2016 – 17:32
“Saggio compagno”, il Tdl scarcera imprenditore di Cinquefrondi

REGGIO CALABRIA Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Antonino Napoli ed Antonio Cimino, ha disposto la scarcerazione dell’imprenditore di Cinquefrondi Vincenzo Zangari arrestato, nell’ambito dell’operazione “Saggio compagno”, con l’accusa di avere fatto parte, nella qualità di componente in possesso almeno della dote del Vangelo, di una cosca di ‘ndrangheta operante a Cinquefrondi ed Anoia. Lo rende noto l’avvocato Napoli. Secondo la Dda reggina, le prove dell’affiliazione e della partecipazione di Zagari si desumerebbero dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Rocco Francesco Ieranò riscontrate da un’intercettazione ambientale captata a casa di un coindagato Giuseppe Ladini. La difesa di Zangari, dopo aver svolto un’attività di indagine difensiva, ha eccepito al Tribunale della Libertà la nullità dell’ordinanza restrittiva «per mancata valutazione autonoma da parte del gip degli elementi forniti dalla difesa e l’assenza di prove che dimostrassero un contributo stabile al mantenimento in vita dell’associazione». Gli avvocati Napoli e Cimino, riferisce una nota, hanno anche evidenziato che Ieranò «non attribuisce a Zangari, oltre che la generica dote ‘ndranghetista di “Vangelo”, nessuna condotta delittuosa posta in essere dallo stesso né specifica quando, in occasione di quale riunione o alla presenza di quali affiliati ebbe a ricevere il grado che il collaboratore gli attribuisce». La difesa ha ritenuto, infine, «illogica e destituita di fondamento la circostanza che Vincenzo Zagari sia stato introdotto alla ‘ndrangheta da Antonio Zangari detto Stefanitu al fine di avere una protezione da parte della cosca in caso di eventuali richieste estorsive e che lo stesso, oltre ad essere incensurato, non ha alcun collegamento con gli altri presunti associati con i quali non vi sono né frequentazioni né contatti telefonici».

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