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Sequestrati beni per 3 milioni a un imprenditore di Vibo – VIDEO

VIBO VALENTIA La fiamme gialle vibonesi hanno messo i sigilli a beni per circa 3 milioni di euro riconducibili a un noto imprenditore locale. Si tratta di Tommaso Pugliese, titolare di una soc…

Pubblicato il: 22/02/2016 – 7:39
Sequestrati beni per 3 milioni a un imprenditore di Vibo – VIDEO

VIBO VALENTIA La fiamme gialle vibonesi hanno messo i sigilli a beni per circa 3 milioni di euro riconducibili a un noto imprenditore locale. Si tratta di Tommaso Pugliese, titolare di una società che fa parte dell’omonimo gruppo operante nel settore turistico, in particolare nella zona di Tropea e Ricadi, che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, stava cercando di spostare il suo patrimonio ad altre società a lui collegabili per evitare il recupero, da parte dell’erario, di un credito con il fisco che si aggirererebbe attorno ai 6 milioni di euro. La Procura guidata da Mario Spagnuolo ha dunque disposto, con l’avallo del gip, il sequestro preventivo dei beni e di quote di quattro società che nell’ultimo quinquennio hanno avuto un fatturato complessivo superiore ai 25 milioni di euro.
L’imprenditore, indagato per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, per sottrarre i suoi beni alle azioni di recupero dello Stato avrebbe effettuato una serie di attività (donazioni, vendite simulate di immobili, terreni e quote di partecipazione sociali) i cui beneficiari sarebbero stati membri della sua stessa famiglia.
Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo hanno rivelato che l’impresa che fa capo a Pugliese, operante sia nel settore alberghiero che in quello edilizio, aveva un’ingente esposizione debitoria nei confronti dell’Erario (per imposte e sanzioni) in ordine alla quale aveva ricevuto avvisi di accertamento e cartelle esattoriali per un importo, come detto, di circa 6 milioni di euro. A fronte di ciò l’imprenditore, per sottrarsi ad un eventuale fallimento chiesto dall’Ufficio di Procura, ha richiesto la cancellazione della ditta dal Registro delle imprese.
Subito dopo aver proceduto alla liquidazione, l’imprenditore indagato avrebbe iniziato a disfarsi anche dei propri beni, cedendoli, a vario titolo, ai propri familiari e a prossimi congiunti pensando, secondo gli inquirenti, di poterli così sottrarre ad eventuali azioni esecutive. L’attenzione dei finanzieri si è quindi focalizzata, in un primo momento, anche sul complesso delle imprese e società riconducibili al gruppo Pugliese rilevando che due di queste avevano debiti fiscali per alcuni milioni di euro. Le due società hanno quindi richiesto una rateizzazione del debito con l’intenzione di estinguerlo e hanno iniziato a pagare. Dopo l’avvio del piano di rientro richiesto dalle due società del gruppo, l’attività si è quindi focalizzata sul debito fiscale evidenziato dall’impresa individuale che fa capo a Tommaso Pugliese accertando che, nel corso di un biennio, aveva posto in essere (tra compravendite e donazioni) circa 8 negozi giuridici, alienando, a favore di figli e affini, terreni e fabbricati per un valore di 2 milioni di euro e quote di quattro società con il preciso intento, secondo l’accusa, di sottrarre fraudolentemente le garanzie patrimoniali al pagamento delle imposte. È proprio a questo punto che il Procuratore Spagnuolo e la pm Concettina Iannazzo, titolare dell’indagine, hanno richiesto al gip il sequestro dei cespiti oggetto delle cessioni di beni effettuate con finalità ritenute fraudolente. Oggetto del sequestro, in particolare, quote societarie di alberghi nella zona di Tropea e Ricadi, terreni per oltre 6 ettari, alcuni fabbricati parte di un complesso residenziale e quattro appartamenti.

s. pel.