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Convenzione con l'Aci, un "pacco" da decine di milioni

CATANZARO La convenzione stipulata, a trattativa privata, tra Regione Calabria e Aci nazionale per un importo di svariati milioni di euro continua a produrre conseguenze economiche senza che nessun…

Pubblicato il: 24/02/2016 – 11:55
Convenzione con l'Aci, un "pacco" da decine di milioni

CATANZARO La convenzione stipulata, a trattativa privata, tra Regione Calabria e Aci nazionale per un importo di svariati milioni di euro continua a produrre conseguenze economiche senza che nessuno intervenga. È un “pacco” – consegnato dalla giunta Scopelliti all’esecutivo guidato da Mario Oliverio – che vale 20 milioni di euro e nasce nel 2014, in piena estate.
Il contratto milionario nasce da un atto d’intesa firmato dall’ex direttore generale del dipartimento Bilancio, Pietro Manna, e dal direttore del servizio di gestione delle tasse automobilistiche, Salvatore Moretto. Fu Manna, a due mesi dalle elezioni regionali poi vinte da Oliverio, a recarsi a Roma per firmare questa convenzione. Convenzione avviata nonostante l’esistenza di un ricorso presentato dalla stessa Aci al Tribunale di Catanzaro per circa nove milioni di euro. La contestazione? Aci non ha ricevuto il saldo delle fatture relative a una precedente convenzione, non rinnovata nel 2008. Il dirigente generale, molto probabilmente, sapeva del contenzioso. E sapeva anche che la Regione si era già costituita in giudizio, dato che il settore Tributi avrebbe riscontrato gravi inadempienze da parte della stessa Aci nell’espletamento della precedente convenzione che potrebbero essere dannose per le finanze della Regione.
Nulla si è mosso, anche quando il problema è venuto alla luce. Né negli uffici del dipartimento Bilancio, guidati dal direttore generale Filippo De Cello. Né nel settore Tributi, il cui dirigente titolare nell’estate del 2014, quando si consumava la firma della convenzione, era in ferie. Avrà verificato gli atti sottoscritti in sua assenza?
Troppa inerzia, sia sul piano politico che su quello burocratico, davanti a una procedura che potrebbe costare decine di milioni di euro all’amministrazione. È proprio questo il punto: l’atto siglato con l’Aci ha costi praticamente incogniti. Nessuno è in grado di stabilire a quanto ammonterà la spesa finale. Anche perché a rendere più complicati i calcoli ci si mette anche il vecchio contenzioso. In pratica il dipartimento Bilancio, per la postalizzazione degli avvisi di accertamento, ha sostituito Poste Italiane con l’Aci. E fin qui nulla di particolarmente rilevante, se non fosse che la Regione aveva interrotto nel 2008 una collaborazione con Aci iniziata quasi dieci anni prima per divergenze sulla gestione del sistema di riscossione della tasse automobilistiche. Ne è nato un contenzioso giudiziario (di circa 9 milioni) che è ancora in corso e che dovrebbe arrivare in tribunale nei prossimi mesi. L’Aci rivendica il mancato pagamento di quote milionarie. I funzionari in servizio a Catanzaro, invece, ritengono che la gestione dell’Automobile club Italia non fosse regolare. L’approvazione dello schema di convenzione comporta un impegno di spesa di oltre 20 milioni, ma il conto finale potrebbe essere addirittura più salato. E, nonostante i dubbi sulla nascita di quell’accordo, nessuno sembra essere preoccupato per le sue conseguenze. A parte l’Aci che, a questo punto, forte del nuovo contratto firmato, potrebbe cercare di dimostrare che la precedente dirigenza, nel promuovere i controlli e le contestazioni aveva preso un abbaglio, mentre la gestione precedente delle tasse auto era stata positiva tanto da meritare nel 2014 un nuovo contratto e anche abbastanza oneroso.

p. p. p.

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