La Coldiretti Calabria rimanda al mittente le “accuse” del presidente di Confagricoltura Calabria «che – è scritto in una nota – dal 2009 si chiede ancora quale sia il rapporto di Coldiretti con i Consorzi di bonifica».
«I Consorzi, dopo la riforma, a iniziare dall’autunno 2009, hanno eletto gli organi – spiega il presidente Pietro Molinaro – con elezioni democratiche nelle quali tanti dirigenti Coldiretti, agricoltori-consorziati, si sono candidati formalmente con la lista contrassegnata dal logo Coldiretti, quindi con una precisa identità, hanno presentato un programma di Governo, condiviso e firmato con Coldiretti e che attraverso il voto, libero e democratico, con un confronto leale e trasparente, si sono fatti carico di amministrare i Consorzi di bonifica. Inoltre, all’insediamento degli organi statutari, ogni singolo Consorzio ha deliberato delega sindacale alla Coldiretti. Una rappresentanza fatta con tutti i crismi e che è quindi sostanziale e ufficiale! Al contrario fino al 2009, all’insaputa dei più, pur non avendo la maggioranza della rappresentatività e senza atti formali deliberati dagli organi, la delega sindacale era nella maggior parte dei Consorzi di bonifica in capo a Confagricoltura.
Per l’acquisto di servizi e software, nel caso particolare il nuovo “Schema di Bilancio-Regolamento di contabilità e controllo di gestione”, l’iter è iniziato con la delibera n. 5 del 27/07/2011 con la quale, l’Assemblea dell’Urbi oggi Anbi Calabria ha costituito un gruppo di lavoro tra tutti i Consorzi, che ha redatto un bando con le specifiche tecniche. Successivamente con delibera n. 33 del 27/06/2013 l’Assemblea dell’allora Urbi ha approvato il bando pubblico. Hanno partecipato 11 società di tutta Italia, valutate singolarmente con incontri specifici; sempre il gruppo di lavoro collegialmente e all’unanimità ha valutato l’offerta con le migliori caratteristiche economiche, tecnico–organizzative e di esperienza specifica ravvisandole nella società Bluarancio spa e a seguito di ciò, l’Assemblea con delibera n. 7 del 11/02/2014 ha formalizzato l’incarico. A conferma della trasparenza adoperata non c’è stato nessun ricorso da parte degli esclusi, e l’aggiudicazione è stata approvata all’unanimità in Assemblea Urbi e il collegio sindacale, all’interno del quale c’era il rappresentante nominato da Confagricoltura, non ha mosso alcun rilievo».
E ancora: «L’acquisto del programma informatico, è stato successivamente deliberato da ogni singolo Consorzio interessato per un importo dell’intero pacchetto di 26mila euro e che comprende: software, formazione, assistenza tecnica, affiancamento, costo delle licenze e Iva. Anche in questo caso, nessun rilievo è stato mosso e ad oggi sono sei i Consorzi che hanno sottoscritto il contratto. Vi è ancora da precisare che il contenuto tecnico, è stato presentato in tante occasioni pubbliche nonché agli uffici del dipartimento Agricoltura. Per effetto poi, di una perfetta sintonia e sinergia, sulla base di un programma scritto, deliberato dall’Urbi Calabria e dai Consorzi, sono stati realizzati momenti e attività di comunicazione ai consorziati, verso le istituzioni (Comuni, Province e Regione); Forum della bonifica e irrigazione, incontri territoriali, workshop, produzione di consuntivi attività, e come ultima iniziativa quella di martedì 23 febbraio scorso sui fondi comunitari 2014-2020, nuovi servizi per gli agricoltori consorziati e risparmio idrico, con tanti giovani agricoltori e la presenza della Regione. Tutto questo, a porte aperte e una forte presenza mediatica, è stato spesso realizzato con la presenza dell’Anbi nazionale e della Regione. Tutte le attività, come sopra descritte, sono state deliberate dagli organi unitamente alle relative compartecipazioni finanziarie. Questa intensa attività, permetteteci di dirlo, di grande livello, non solo si continuerà a farla ma la rivendichiamo con orgoglio.
Vale la pena di ricordare che la trasparenza e il controllo nei Consorzi di bonifica oltre che dalla pubblicità degli atti, è garantita dalla stessa composizione degli organi come prevista dalla legge regionale 11/2003 e dallo Statuto approvato dalla Regione. Fanno parte delle Deputazioni (Giunta) con voto deliberativo componenti nominati dalla Regione e dalla Provincia; nel Consiglio dei delegati, anch’esso con voto deliberativo, vi è il rappresentante dei Comuni e il presidente del Collegio sindacale è nominato dalla Regione. Diversi atti poi sono sottoposti all’approvazione della Struttura di controllo istituita nel dipartimento Agricoltura. Ribadiamo ancora una volta, che non accettiamo lezioni di trasparenza e rispetto delle regole da Confagricoltura Calabria.
«CONFAGRICOLTURA HA LA MEMORIA CORTA» «Le solite cose trite e ritrite quelle che si leggono comunque nella nota del presidente di Confagricoltura Calabria – aggiunge Molinaro –. Ci sembra di rivivere la favola attribuita ad Esopo della volpe e l’uva! I campioni “dell’impresa” e della “imprenditorialità” – così vogliono apparire – dove erano fino al 2008, quando hanno gestito direttamente i Consorzi di bonifica calabresi in una mera logica spartitoria fatta a tavolino, “uno a me, uno a te e uno al figlio del Re!”? La “cronotassi” pubblicata, cioè la successione di presidenti e commissari nel corso degli anni è molto esaustiva. Consorzi di bonifica (ricordo che erano 17) e i Raggruppamenti (erano 3) che erano “centri di potere” chi li ha gestiti? Non credo che in quegli anni, si sia brillato per risultati raggiunti, con un rapporto incestuoso con la politica di ogni colore, di concessione di privilegi assurdi e di un largheggiare a dismisura nell’ampliare piante organiche, trascurando servizi, investimenti, aggiornamento catasto consortile ed altro ancora, tra cui la mancata definizione dei Piani di Classifica. Ecco perché si è realizzata la Riforma degli Enti consortili. Insomma, di questa sostenibilità unicamente “imprenditoriale” che tanto si decanta non vi è traccia! Ricordiamo ancora che la legge regionale è del 2003 ed allora, chiediamo: perché fino al 2010 non è stata mai messa in discussione? Ecco allora che la memoria corta diventa una preoccupante costante. Ciò che allora contava per Confagricoltura era evidentemente la “avere il posto di comando” da ottenere con il minimo sforzo di esercizio della democrazia e confidando che c’erano tanti consorziati Coldiretti che dovevano essere semplici “gregari”. Contraddizioni e vuoti di memoria, non per fare polemica, ma che è giusto che evidenziamo per amore della verità dei fatti. Coldiretti, pur non rinnegando il passato, ma facendo autocritica, con una lettura attenta e coraggiosa “segno dei tempi che cambiano” ha preso atto di una nuova consapevolezza di partecipazione democratica negli “effetti da produrre” che ormai si faceva largo diventando patrimonio di consorziati, cittadini e Istituzioni; ha chiuso una stagione, perché la sfida della realtà richiedeva il cambiamento. Ma andiamo avanti con il racconto che si fa via via più interessante! Confagricoltura, rappresentata al massimo livello, sia nel 2009 ma, per rimanere a ricordi più ravvicinati, anche nelle elezioni della consiliatura 2014, precisamente, a luglio, in due ben distinte e precise riunioni, a Catanzaro e Corigliano, propone alla Coldiretti di fare “liste unitarie” seguendo semplicemente uno schema numerico tipico nel mondo del calcio. Non vi era la benché minima idea di un programma di governo dei Consorzi, anzi qualcuno era disposto a firmare quello delle liste Coldiretti. Dalle riunioni, nonostante una dettagliata disamina di Coldiretti non emergono proposte. In queste condizioni risulta evidente che non era possibile aderire. Coldiretti, in fondo, offre a Confagricoltura su un piatto d’argento, la possibilità di un confronto democratico a più liste. Questo a dir la verità, accade a macchia di leopardo, tanto è che in alcuni Consorzi Confagricoltura presenta liste, e ottiene, seppur in minoranza, suoi rappresentanti nei Consorzi. Laddove, non ha pr
esentato liste, in particolare nella provincia di Cosenza, e/o perso la competizione, ha imbracciato l’arma del ricorso alla magistratura amministrativa, il cui esito è risultato comunque per loro, negativo. L’espansione della democrazia, per Coldiretti è diventata un caposaldo. Più democrazia partecipativa contro i “furbetti” del mercatino delle poltrone. Coldiretti ha fatto leva su mobilitazione e protagonismo degli agricoltori, consorziati e Istituzioni non una scelta oligarchica quindi e non a servizio di interessi particolari. L’irriverente accostamento a Venezuela e Iran, fa veramente sorridere, quando negli effetti che il “buon governo” dei Consorzi ha prodotto si incornicia una rinnovata ricerca del “bene comune”, di un grado di coinvolgimento della gente, con una ampia e reale partecipazione e dove ancora la democrazia si associa ad una lotta alle ingiustizie e alla sensibilità verso le vere priorità dei cittadini e delle imprese. Certo, per chi era abituato a fare queste si “elezioni davvero farlocche” con un solo seggio elettorale, senza un quorum minimo per la validità delle elezioni, con nessun invito per posta ai consorziati, senza nessun altro tipo di pubblicità, nessun confronto con il territorio, nessun programma, con una sola lista e dove erano già decisi gli organigrammi la “nuova stagione” di Coldiretti ha creato qualche problema. In questi anni, si dimostri il contrario, se vi è stato un solo momento nel quale si è rifiutato e/o negato un confronto con chicchessia. Tra l’altro oltre alla possibilità di attingere direttamente ai Consorzi atti di interesse, si è incentivata la massima trasparenza anche via web ed ogni anno Coldiretti con l’Urbi ha predisposto e poi presentato e divulgato resoconti economici e delle attività consortili che peraltro non sono mai stati smentiti. E ancora, ogni anno, Coldiretti insieme ad Urbi Calabria (oggi Anbi Calabria) ha tenuto il “Forum delle bonifiche e irrigazioni” con inviti rivolti a tutti gli amministratori dei Consorzi. Tutto questo non solo è “il sale della democrazia” ma è il “bello della democrazia”».
Coldiretti va oltre: «Laddove poi si afferma che, “il mondo agricolo e della produzione agroalimentare calabrese e italiano, può contare su visioni differenti, approcci diversi, opinioni in contrasto ” se questo è vero in Italia dove 13 Consorzi su 132 (fonte Anbi) hanno presidenza Confagricoltura che fa si che nell’Anbi ci sia un vice presidente espressione Confagricoltura questo non vale in Calabria dove, ha rinunciato a rappresentare la minoranza nei Consorzi di Bonifica e dove ad oggi, non è mai stato formalizzata o comunque resa pubblica nessuna proposta alternativa di “governance” dei Consorzi fatte salve generiche affermazioni. Sui piani di classifica, è stato già ampiamente spiegato nella nota al Presidente di Confcooperative e quindi ne consigliamo una rilettura, il fatto che poi, tentando di accreditarsi, si dice che se ne è parlato con il presidente del consiglio regionale Nicola Irto questo non ci intimidisce, ma ci rende ancora più responsabili, partecipi e trasparenti. Certo al Presidente dell’Assemblea legislativa calabrese, si dovrebbe anche dire che, per Confagricoltura, il non pagamento dei tributi consortili è “un giochino”. Tale affermazione è quantomeno offensiva nei confronti di chi li ha sempre pagati».
Coldiretti Calabria continuerà a «lavorare fianco a fianco con i Consorzi di bonifica per realizzare tutto quello già progettato e programmato con la certezza di sostenere l’agricoltura e gli interessi generali della nostra Calabria, consapevole che chi ha la maggioranza della rappresentanza deve governare e lavorare».
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