CATANZARO «I Comuni sono un punto di forza della Calabria, da cui prendere le mosse per riattivare il circuito virtuoso della “governance” che, sia nella sua dimensione orizzontale che in quella verticale, deve avere al centro di ogni iniziativa l’efficienza dei servizi e i bisogni del cittadini». Lo ha detto il neo presidente della commissione Riforme del consiglio regionale, Baldo Esposito, incontrando a Catanzaro alcuni sindaci di piccoli comuni, cui ha dato appuntamento a Reggio Calabria in una riunione della Commissione appena saranno programmate le relative audizioni. «E questo perché – ha aggiunto Esposito – le riforme che la Commissione che ho l’onore di presiedere ha in animo di predisporre e successivamente proporre all’Aula debbono vedere il pieno coinvolgimento dei Comuni e di tutti i soggetti che direttamente o indirettamente sono interessati alla riorganizzazione del sistema-regione. Per favorire i processi di aggregazione dei piccoli comuni, un iter ormai avviato ma che necessita di interventi volti a favorirne l’operativa concreta, il consiglio regionale ha approvato martedì scorso la legge 90 per l’eliminazione del quorum partecipativo circa la disciplina del referendum consultivo obbligatorio previsto dalle norme vigenti nell’ipotesi di fusione, nuova denominazione e mutamenti circoscrizionali di Comuni. Eliminando il quorum partecipativo richiesto per la validità della consultazione consistente nella maggioranza degli aventi diritto, la Regione mira a favorire la fusione e l’unione dei comuni per modernizzare il sistema istituzionale calabrese. La riforma, si badi, e’ finalizzata a razionalizzare il sistema per generare l’efficienza dei servizi ed ottimizzare la spesa, ma con l’obiettivo, altrettanto importante, di valorizzare la storia, l’identità e la cultura dei piccoli borghi, che rappresentano un assist fondamentale per il rilancio economico della Calabria”. Secondo il presidente Esposito, “la legge approvata, in linea con le previsioni del legislatore nazionale, legge Delrio n.56 del 2014 e legge di Stabilità 2015, nei confronti delle forme associative tra Comuni e a proposito dell’esercizio congiunto delle funzioni e con quanto già realizzato in altre Regioni, mira ad agevolare, con gli incentivi necessari, i processi di aggregazione dei comuni calabresi, eliminando un quorum partecipativo che spesso nei piccoli centri era penalizzante. In Calabria, la condizione di difficoltà dei Comuni è sotto gli occhi di tutti: oltre il 20 per cento sono in fase di pre-dissesto, il che incide negativamente sullo svolgimento di servizi basilari. Solo con la cooperazione intercomunale, d’intesa con la Regione ed all’interno di un più generale sistema integrato, si possono fronteggiare diseconomie e lacune discendenti dalla carenza di risorse». Esposito, ricordando che «dei 409 comuni calabresi, ben 223 sono di sotto dei tremila abitanti ed oltre trecento al di sotto dei cinquemila abitanti», ha sottolineato che «restando nello specifico dell’unione dei piccoli comuni, proprio per evitare incomprensioni o polemiche fuori luogo, occorre procedere con atti di deliberazione partecipata, dispiegando sensibilità e capacità di ascolto verso le esigenze delle comunità locali. Non ci possono essere forzature né imposizioni di sorta. Remiamo tutti nella stessa direzione per cambiare la Calabria e otterremo risultati».
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