CATANZARO È stato un lungo interrogatorio quello che si è tenuto ieri in Procura a Catanzaro per due dei quattro indagati sul caso Arpacal, ossia su un presunto illecito commesso nella compravendita, da parte dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, di un immobile di tre piani a Catrolibero. Il procuratore vicario Giovanni Bombardieri e il sostituto Alessandro Prontera hanno ascoltato l’ex direttore generale dell’Arpacal, Sabrina Santagati, e l’ex direttore amministrativo Stefania Polimeni. Le ipotesi di reato formulate nei confronti degli indagati – tra i quali vi sono anche Francesco Italiano, dirigente dell’ente, e Valeria Castracane, all’epoca dei fatti dirigente del dipartimento Programmazione della Regione – sono, a vario titolo, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.
L’immobile oggetto di indagine è stato acquistato – tramite l’esborso di oltre due milioni di fondi Por – dopo un lungo e farraginoso iter burocratico e in seguito a una gara prima annullata a poi ripristinata. La vicenda che ha fatto scattare le indagini ha avuto inizio nel febbraio 2009, quando l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente indice una gara per trovare una nuova sede per i propri laboratori in provincia di Cosenza. Al bando risponde solo una società, la Efim, finanzaria del gruppo Dodaro, famiglia di imprenditori cosentini con interessi nell’agroalimentare e, all’epoca, nell’editoria.
Alla compravendita dell’immobile, però, si arriva dopo più di due anni dalla gara. E dopo uno stop nato in seguito al parere negativo dell’avvocato Valerio Donato, docente della facoltà di Giurisprudenza all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Secondo il giudizio del legale «al momento della presentazione, l’offerta non era compatibile con l’uso richiesto» perché il palazzo era strutturato per essere destinato a uffici pubblici e non a laboratori. Questo convince i dirigenti dell’Agenzia – tra i quali l’ex direttore Vincenzo Mollace – a fermare l’acquisto. Qualche tempo dopo, in coincidenza con l’insediamento della Santagati, l’Arpacal revoca l’annullamento della gara d’appalto e la Efim perfeziona la vendita dell’immobile per due milioni e 152mila euro. Un acquisto che presenta delle forzature rispetto alle quali si sono dirette le indagini della magistratura, anche attraverso l’acquisizione degli atti di compravendita. Lunedì 15 febbraio, infatti, i militari della Guardia di finanza e del Nisa si sono recati nella sede dell’Efim, finanziaria del gruppo Dodaro, e hanno acquisito in copia tutta la documentazione relativa all’immobile oggetto di indagine da parte della Procura di Catanzaro. Nei prossimi giorni sono previsti gli interrogatori di Italiano e Castracane.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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