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Infantino a capo della Fifa: «Dedicato a mio padre»

ROMA «Questa elezione è dedicata a mio padre, mi emoziono anche a dirlo. Mi ha insegnato tutto nella vita. Ma anche alla mia mamma, che si e’ messa a piangere e penso che stia ancora piangendo». Lo…

Pubblicato il: 27/02/2016 – 15:07
Infantino a capo della Fifa: «Dedicato a mio padre»

ROMA «Questa elezione è dedicata a mio padre, mi emoziono anche a dirlo. Mi ha insegnato tutto nella vita. Ma anche alla mia mamma, che si e’ messa a piangere e penso che stia ancora piangendo». Lo dice dai microfoni Rai il neo presidente della Fifa, Gianni Infantino, nel corso di un’intervista a Radio1. Ieri, il dirigente italo-svizzero ha vinto con 115 voti al secondo scrutinio. «Non ci posso credere, e’ stata una grande emozione, ma rappresenta anche una grande responsabilità, da affrontare con orgoglio e umiltà. Siamo pronti a lavorare, ci rimbocchiamo le maniche per quello che c’e’ da fare” le parole di Infantino, uomo che viene dalla Calabria.
«Mio padre era di Reggio Calabria, ma non vorrei dimenticare le origini della Val Camonica della mamma. Sono fiero di essere italiano al 100%, piu’ di così…», aggiunge Infantino, che si è anche occupato di pulizia dei treni prima di diventare presidente della Fifa. «Ho fatto anche questo – spiega -, siamo una famiglia di lavoratori come tanti italiani emigrati all’estero, che abbiamo sempre avuto rispetto per le persone, e grazie all’esempio dei miei genitori, abbiamo sempre lavorato e ci hanno sempre rispettato». Ma come ha battuto lo sceicco Al Khalifa? «Con il lavoro, la tenacia, il cuore, le emozioni – risponde Infantino -. Alla fine ha vinto il calcio, la passione per il calcio, forse sono riuscito a trasmettere questa emozione agli elettori”. Ora il programma: «Domani è in programma l’inaugurazione del museo della Fifa. Lunedì organizziamo alla Fifa una partita con un po’ di amici visto che c’è un bel campo di calcio. Subito dopo ci rimbocchiamo le maniche, ci sono delle riforme da mettere in atto, un’immagine ed una credibilita’ da riguadagnare». Cosa gli ha detto Platini? «Con lui ci siamo scritti dei messaggi – risponde -, gli mando un abbraccio ovviamente, così come a Blatter. Il giorno dopo abbraccio tutto il mondo. All’Italia dico di credere nel calcio, di continuare ad avere una passione per il calcio perché il calcio è gioia, divertimento, c’è molto da fare anche in Italia. Ringrazio anche il presidente Tavecchio per avermi sostenuto in questa campagna».

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