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Cambiano i criteri: "premi" per le case di cura più efficienti

CATANZARO Il meccanismo di ripartizione dei fondi alle cliniche private è, nelle intenzioni della struttura che sovrintende al Piano di rientro, un tentativo di far viaggiare il sistema sanitario s…

Pubblicato il: 28/02/2016 – 23:00
Cambiano i criteri: "premi" per le case di cura più efficienti

CATANZARO Il meccanismo di ripartizione dei fondi alle cliniche private è, nelle intenzioni della struttura che sovrintende al Piano di rientro, un tentativo di far viaggiare il sistema sanitario sui binari dell’efficienza. O, almeno, l’inizio di questo percorso. Analizziamo la filosofia del decreto numero 27, che definisce il «livello massimo di finanziamento per l’anno 2016 alle strutture erogatrici di prestazioni di assistenza ospedaliera con oneri a carico del Sistema sanitario regionale».
Le risorse totali ammontano a 194,4 milioni di euro. Non tutti possono essere “spalmati” tra le strutture private. Quasi 4,5 milioni, infatti, sono destinati alla «valorizzazione dei posti letto di terapia intensiva e Utic nelle strutture private accreditate» e «alle prestazioni di Pronto soccorso non seguite da ricovero, erogate da un’unica struttura privata accreditata». Una quota stabilita in via presunta (non c’è una tracciabilità) e pari a 500mila euro all’anno. Sono due le strutture che ne beneficeranno: il Sant’Anna di Catanzaro e la clinica Tricarico di Belvedere.
Il resto è aritmetica: rimangono quasi 190 milioni di euro. Tutti distribuiti secondo le quote del 2015, tranne il 5%. È questa, per il 2016, la quota assegnata alla premialità. Quella che dovrebbe spingere le cliniche private sulla strada dell’efficienza. Va da sé che, nelle intenzioni dell’ufficio del commissario, nei prossimi anni questa percentuale aumenterà.
Si tratta di circa 9 milioni e 500mila euro. Questo premio è, a sua volta, suddiviso in quote percentuali a seconda delle “virtù”: il 60% (5,7 milioni) alla riduzione della mobilità passiva, il 20% (1,9 milioni) all’appropriatezza organizzativa, il restante 20% alla sussidiarietà delle prestazioni nei confronti di quelle erogate dalle strutture pubbliche. Lo scopo è semplice: individuare quello che funziona e destinare a queste piccole “eccellenze” una quota dei fondi del Sistema sanitario regionale, sperando che tutti – dal prossimo anno – si adeguino per ottenere un “premio”. L’esempio è quello delle strutture i cui ricoveri sono ritenuti efficaci, efficienti e appropriati: ne sono state individuate 10, che si divideranno tra loro 1,9 milioni di euro.
Allo stesso modo, il Piano di rientro premia le cliniche private che aiutano il sistema pubblico a erogare prestazioni altrimenti assenti. I parti, per esempio, «per i quali la carenza di risorse umane accanto all’avvenuta riorganizzazione dei punti nascita, con chiusura di alcuni di essi, ha causato difficoltà di erogazione nelle strutture pubbliche». Stesso discorso per la riabilitazione («ancora poco attivata nelle strutture pubbliche»), gli interventi di fratture di femore («che, per carenza di personale, nelle strutture pubbliche spesso vengono eseguiti oltre i due giorni previsti») e la neuriabilitazione. Tutte spie di quello che non va nel sistema pubblico e di come i privati possano integrare l’offerta sanitaria.
La quota più importante, però, spetta a quelle cliniche che possono affiancare la regione nella riduzione della mobilità passiva. Anche qui il messaggio è chiaro: chi offrirà servizi utili a frenare l’emorragia di pazienti verso altre regioni avrà più risorse.
È da questo ragionamento che si ricavano i bonus assegnati ad alcune strutture sanitarie, che riportiamo nella tabella allegata al pezzo. I premi maggiori vanno alla Cascini di Belvedere (753mila euro), a Villa Serena di Catanzaro (749mila euro), a Villa del Sole (645mila euro), all’Istituto ortopedico Mezzogiorno d’Italia a Reggio Calabria (1,1 milioni) e a Villa Caminiti a Villa San Giovanni (778mila euro). Sono messaggi per il futuro. Dal 2017 la premialità sarà superiore al 5%. Una fetta di parecchi milioni di euro che dovrebbe convincere tutti a remare nella direzione della qualità. Il rischio è quello di perdere parecchi denari.

p. p. p.

Le cliniche “premiate” dal Piano di rientro

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