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«Ecco perché conviene la città unica»

COSENZA Si è svolto su iniziativa dell’associazione “Io partecipiamo” al museo del Presente a Rende, un dibattito pubblico sul tema “Costruire la città dell’area urbana”. Dopo la relazione introdut…

Pubblicato il: 29/02/2016 – 18:48
«Ecco perché conviene la città unica»

COSENZA Si è svolto su iniziativa dell’associazione “Io partecipiamo” al museo del Presente a Rende, un dibattito pubblico sul tema “Costruire la città dell’area urbana”. Dopo la relazione introduttiva del Presidente Associazione “Io partecipiamo” Piero Minutolo e i saluti del sindaco di Rende, Marcello Manna, sono intervenuti nel dibattito Amerigo Castiglione del “Cantiere civico intercomunale per la grande Cosenza”, i consiglieri regionali Carlo Guccione e Fausto Orsomarso, il Senatore Francesco Molinari, Domenico Passarelli, Matteo Olivito, Franco Petramala, Stefania Rota, sindaco di Spezzano Piccolo e Pietro Caracciolo, sindaco di Montalto. Hanno aderito all’iniziativa il “Cantiere civico intercomunale per la grande Cosenza”, i movimenti “Presila Unita”, “Terra libera”, I Verdi, “Europei per Cosenza”, “Altroconsumo”, il Comitato “Difesa Consumatori”, l’associazione scientifica “Biologi senza frontiere” e l’Anmil (Associazione nazionale invalidi del lavoro).
«L’area urbana cosentina – afferma in una nota il presidente dell’associazione Piero Minutolo – si è sviluppata in modo imponente nell’arco dell’ultimo quarantennio, rispondendo a una serie di dinamiche che ne hanno fatto un centro nevralgico e sede di importanti attività economiche e funzioni. Sede politico-amministrativa, di servizi, dell’università e della cultura, quest’area ha visto progressivamente venire meno ogni sorta di discontinuità nel suo tessuto urbano. Alla luce di questa realtà occorre pensare, con il concorso dei Comuni interessati, a una programmazione a medio termine del territorio e dei servizi individuando un’ipotesi di sviluppo sostenibile lungo le direttrici Montalto-Piano lago-Serre-Presila fino alle pendici della catena paolana. Le dinamiche e i desiderata di questa grande area che interagisce quotidianamente con la città capoluogo (più di 30 Comuni con una popolazione complessiva superiore a 200.000 abitanti) potranno interpretarsi compiutamente e trasformarsi in una incisiva azione di governo soltanto se si saprà consegnare le urgenze dell’oggi ed il progetto condiviso del domani ad una nuova entità politico-amministrativa.
Se il Referendum costituzionale di ottobre cancellerà le Province, Cosenza non sarà più città capoluogo e farà fatica, con meno di 70.000 abitanti, a competere con la città metropolitana di Reggio Calabria e con realtà urbane importanti come Lamezia Terme e Rossano-Corigliano per l’acquisizione di finanziamenti statali ed europei».
E ancora: «È indispensabile, pertanto, realizzare al più presto la città dell’area urbana cominciando dalla fusione di Cosenza e Rende che, insieme, supereranno i 100.000 abitanti.
Al fine di far sopravvivere alla fusione le identità di ciascuno, il nostro progetto prevede la realizzazione di un nuovo Ente locale articolato in un consiglio comunale con compiti di programmazione del territorio e dei servizi, delle attività culturali, delle infrastrutture, degli insediamenti produttivi e delle iniziative di sostegno al turismo ed in tanti Municipi quanti saranno i Comuni aderenti alla fusione, dotati anch’essi di organi eletti a suffragio universale cui affidare la gestione della quotidianità (manutenzione scuole, verde e strade, gestione servizi sociali, beni culturali e impianti sportivi, manifestazioni sportive e del tempo libero ecc.) e delle iniziative rivolte alla conservazione e valorizzazione dei centri di interesse e delle tradizioni culturali delle comunità originarie. Si ritiene, pertanto, appropriata e da rilanciare la proposta dell’associazione “Io partecipiamo” tendente a ottenere la costituzione di una consulta intercomunale rappresentativa delle due assemblee elettive, dell’Unical, degli ordini professionali, delle forze sociali e produttive, di movimenti e associazioni culturali e del volontariato che abbia come ragione sociale la promozione di iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione dei cittadini nonchè l’individuazione di percorsi, procedimenti e tempi certi per la realizzazione del Comune unico. Poiché il tema della fusione dei comuni non riguarda soltanto le aree urbane di Cosenza, Rossano-Corigliano e i Comuni della Presila (dei quali si condivide il cammino iniziato) ma tanti altri
Enti locali, non è sufficiente, ancorché apprezzabile, l’abolizione del quorum in precedenza previsto per dichiarare valido il Referendum consultivo.
È necessario e urgente adottare una legge regionale organica contenente un Piano di riordino istituzionale e territoriale rivolta a ridurre il numero dei comuni per poterne, poi, aumentare il peso e la capacità di risposta attribuendo ad essi, in via esclusiva, gran parte delle competenze espletate attualmente dalla Regione. Affinché essa possa produrre gli effetti attesi sarà necessario prevedere: l’intervento diretto dei cittadini nei casi di inerzia dei consigli comunali (presentazione di un numero di firme pari al 10 % degli iscritti nelle liste elettorali di ciascuno dei comuni interessati alla fusione per poter richiedere alla Regione l’indizione del Referendum consultivo); gli adempimenti da effettuare per la realizzazione del nuovo Comune nei casi in cui il procedimento venga aperto su iniziativa degli elettori); contributi regionali straordinari aggiuntivi di quelli statali (diversificati in base al numero degli abitanti) da assegnare, per almeno cinque anni consecutivi, ai nuovi comuni derivanti da fusione; esenzione dal pagamento del 30% dell’addizionale regionale, per cinque anni consecutivi, ai cittadini residenti nei nuovi comuni nati da fusione». 

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