CATANZARO Due perquisizioni in corso, una nella sede centrale di Calabria Verde, l’altra nel distaccamento di Spezzano Sila. E cinque indagati. Oggetto: il taglio abusivo di una parte del patrimonio boschivo regionale, che potrebbe mettere nei guai (anche) la politica. Gli approfondimenti sono a carico del Corpo forestale dello Stato e riguardano uno dei filoni d’inchiesta che hanno investito l’agenzia regionale. Ci sono, in sostanza, dubbi giganteschi sull’effettiva quantità di legname prelevata dai boschi della Sila, e gli uomini del Corpo forestale stanno scandagliando i registri per cercare pezze giustificative sulle concessioni concesse. Una certa quantità di legna appartenente al patrimonio boschivo regionale, sarebbe finita in depositi privati. Ma la quantità di legna che figura sulle carte sarebbe molto inferiore a quella realmente incamerata, dopo il taglio nei boschi della Sila.
Come dicevamo, questo è soltanto uno degli ambiti entro i quali si indaga. I riflettori restano accesi anche sulla gara d’appalto da 32 milioni di euro per l’acquisto di mezzi e attrezzature speciali per l’antincendio boschivo da destinare alla Protezione civile calabrese, saltata dopo una serie di accuse reciproche tra il management di Calabria Verde e i dipartimenti Agricoltura e Protezione civile della Regione. Su questo episodio, e su alcune spese contestate dai dipartimenti regionali, indaga la Guardia di finanza.
L’AREA SOTTO SEQUESTRO Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro su decreto della Procura della Repubblica di Castrovillari una vasta area boscata nel comune di Bocchigliero. L’area, estesa per oltre 1300 ettari (13 milioni di metri quadrati), è di proprietà demaniale dell’azienda Calabria Verde della Regione Calabria e ricade all’interno della zona “1” del Parco nazionale della Sila. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Eugenio Facciolla e condotte dal sostituto procuratore Angela Continisio, hanno accertato delle illegalità nelle concessioni date. In particolare sono state date delle concessioni a varie ditte per la raccolta del materiale danneggiato dalle intemperie con costi nettamente al di sotto del valore reale del legname e in assenza delle autorizzazioni previste. Il quantitativo stimato e concesso sembrerebbe irrisorio rispetto a quanto prelevato dalle ditte boschive. Le indagini avviate nei mesi scorsi dal Corpo forestale dello Stato di Cava di Melis e poi condotte insieme al Nipaf, Nucleo investigativo di Polizia ambientale e forestale del Cfs di Cosenza, hanno accertato un valore quantificato del materiale venduto spropositato rispetto alla realtà, in alcuni casi anche 20 volte inferiore al valore reale del materiale presente e raccolto dalle ditte. Questa mattina 50 uomini del Corpo forestale hanno operato il sequestro e acquisito atti presso gli uffici regionali di Cosenza e Catanzaro, mentre un aeromobile ha sorvolato la zona interessa al sequestro. Cinque le persone fino ad ora iscritte al registro degli indagati tra dirigenti, tecnici e responsabile di una ditta boschiva.
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