CATANZARO Il “Marrelli Hospital” è finito in mezzo alla guerra tra Regione e struttura commissariale. E la certificazione di come sulla struttura sanitaria che da anni chiede di poter avviare la propria attività a Crotone si sia innescato un conflitto tra uffici è arrivata nella tarda serata di martedì quando il management della struttura ha terminato l’incontro con il commissario ad acta Massimo Scura e il suo vice Andrea Urbani.
La vicenda è intricata e vive di continui colpi di scena. L’ultimo risale alle 17:22 di martedì, quando il dg del dipartimento regionale Tutela della Salute Riccardo Fatarella invia al commissario Scura il decreto che avrebbe dovuto portare all’autorizzazione. Peccato che quel decreto («pieno di inesattezze» diranno più tardi sia Scura che Massimo Marrelli), smentisca di fatto quanto dichiarato nei giorni scorsi dallo stesso dg. Lo scorso 22 febbraio, infatti, il dipartimento regionale comunicava di aver inviato al commissario Scura la documentazione necessaria per autorizzare l’ospedale all’avvio delle attività. A tale comunicazione seguivano le dichiarazioni del governatore Mario Oliverio ai microfoni di “Esperia Tv” poche ore prima che Fatarella inviasse il decreto “incriminato” a Scura: «La Regione è commissariata solo per alcune funzioni della sanità, ma non è commissariata per il complesso delle sue funzioni. Nei giorni scorsi ho incontrato, assieme a Fatarella, il management del “Marrelli” e a Fatarella ho chiesto se la richiesta di autorizzazione fosse coerente con quella che è la legislazione. Mi è stato risposto che era così, quindi considero l’autorizzazione un fatto dovuto e i commissari si assumessero la responsabilità del diniego all’autorizzazione». Ma nel documento prodotto oggi e inoltrato proprio alle 17:22 all’ufficio di Scura, si riporta come il parere positivo e vincolante del sindaco di Crotone Peppino Vallone sia stato sottoscritto solamente l’1 marzo (prot.10489) e che nella stessa data è stata rilasciata una dichiarazione da parte del dipartimento stesso. Delle due, l’una: o Fatarella aveva provveduto ad inviare un decreto incompleto e quindi irricevibile da Scura, o non aveva inviato alcun documento.
Qualunque sia la verità, i fatti dicono che a tutt’oggi il “Marrelli Hospital” è costretto a rimanere chiuso mentre nelle stanze della struttura commissariale si cerca la quadratura.
Il prossimo passo sarà quello di procedere alla definizione della rete ospedaliera da inviare a Roma: «Lo faremo entro domani – dice Scura -, avremmo dovuto farlo entro il 7 marzo, ma vista l’esigenza di dare risposte concrete e in fretta, ho chiesto uno sforzo a tutta la struttura». Dopodiché, sarà il turno del “Marrelli”, per il quale Scura ha spiegato: «Una volta redatto il documento sulla rete ospedaliera, noi ci auguriamo di poter fare un tavolo tra il dipartimento e la struttura commissariale dal quale non ci si alzerà se non ci sarà il decreto di autorizzazione per il “Marrelli”».
Decisamente amareggiato Massimo Marrelli, che affiancato dalla moglie Antonella Stasi, ha spiegato così la situazione ai dipendenti: «Il decreto non va bene né per noi, né per la struttura commissariale. Deve quindi tornare al dipartimento ed essere rivisto. Abbiamo rigettato le condizioni inserite in quel decreto e per noi permane la problematica del tempo. Dobbiamo quindi continuare in questo stato di protesta affinché tutto si risolva nel più breve tempo possibile».
Nel decreto inviato dal dipartimento, infatti, i posti letto del “Marrelli Hospital” rischierebbero di finire in una rete di 100 posti letto per i quali non sarebbe prevista, neanche in futuro, l’accreditamento. Un passaggio che non sarebbe accettato né dal management della struttura né dai commissari, tanto che questi avrebbero obbligato il dipartimento a rivedere il decreto.
Ciò che però lascia l’amaro in bocca, sono le parole che Marrelli pronuncia dopo aver trattato gli aspetti tecnici: «Abbiamo purtroppo riscontrato che le due strutture non dialogano tra di loro. Chiediamo loro, quindi, di incontrarsi e discutere affinché si possa arrivare ad una soluzione nel più breve tempo possibile. In ogni caso, noi non ci muoviamo da qui finché non arriveremo a questa soluzione».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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