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Un replicante a Palazzo Campanella

REGGIO CALABRIA Il consiglio regionale è nelle mani di un replicante. O, se preferite, di un onnipresente agente Smith, l’inesorabile “programma” di Matrix capace di intervenire in caso di minacce …

Pubblicato il: 02/03/2016 – 11:55
Un replicante a Palazzo Campanella

REGGIO CALABRIA Il consiglio regionale è nelle mani di un replicante. O, se preferite, di un onnipresente agente Smith, l’inesorabile “programma” di Matrix capace di intervenire in caso di minacce all’intero sistema. Solo che questo non è un film, è realtà. Maurizio Priolo non porta giacche, cravatte e scarpe nere (almeno, non sempre), non inforca occhiali scuri; ma ha dimostrato di saper materializzarsi ovunque, a Palazzo Campanella. È in ogni ufficio, in ogni settore: domina indisturbato l’Astronave grazie a una concentrazione di poteri anche ammissibile in un cyberspazio farlocco, un po’ meno in un’istituzione pubblica che ha alle sue dipendenze decine tra funzionari e dirigenti.

GLI INCARICHI Priolo è il commander in chief dei burocrati, cioè il segretario generale del Consiglio. Più in alto non ci sta nessuno; e fin qui nulla di strano. Il fatto anomalo, quasi inedito, è che incarni anche i ruoli gerarchici immediatamente subordinati. Tutti, senza eccezione. Immaginate un organigramma dove al punto di vertice sottostanno altre quattro postazioni. In Consiglio le chiamano “aree”, e sono tutte guidate da Priolo. C’è l’ufficio dell’Area Gestione? Entrateci, e lo troverete lì seduto («Signor Anderson…»). Bussate alla porta di quella Istituzionale: ecco di nuovo l’agente Smith. Che, prodigi di Matrix, sta simultaneamente anche alle Relazioni esterne e all’Assistenza commissioni.

I SETTORI Dopo la sua nomina a segretario generale, decretata lo scorso 6 agosto dall’Ufficio di presidenza guidato da Nicola Irto, per Priolo è stata una continua scalata al potere. Sempre dalla “giunta” del Consiglio sono poi arrivati gli incarichi nelle quattro macrostrutture, che poi si sono ampliati ulteriormente, come per magia. Il giovane plenipotenziario, infatti, guida anche un discreto numero di settori (organismi che dipendono dalle aree). Sono ben quattro: prima e quarta commissione (area Assistenza commissioni), Bilancio (Gestione) e Relazioni esterne (l’area porta lo stesso nome). E il bello è che, in questi casi, Priolo non è stato beneficato dalla politica: è stato lui stesso, in quanto capoarea, a tenere per sé gli interim di alcune tra le strutture organizzative più importanti di Palazzo Campanella.
Tutto in regola? Apparentemente sì, anche se non è da escludere che Priolo, nelle sue doppie e anche triple vesti, possa ritrovarsi, ad esempio, a redigere una delibera di bilancio in qualità di dirigente di settore e poi autorizzare il pagamento della stessa in virtù del suo ruolo di dirigente d’area. L’accumulazione di cariche potrebbe rappresentare un ostacolo al corretto bilanciamento dei poteri, ai pesi e contrappesi necessari in un’istituzione democratica?

LA RETRIBUZIONE Va detto che la scorpacciata di “titoli” determinerà variazioni al rialzo minime per la retribuzione del “segretario Smith” che, per inciso, è figlio di Stefano Priolo, ex consigliere regionale e presidente dell’associazione ex consiglieri.
Una volta era diverso: ogni interim comportava emolumenti aggiuntivi, da ritrovare in busta paga ogni fine mese. Poi la relazione del Mef relativa al biennio 2010-2012 ha rivoluzionato (in parte) il modus operandi. E adesso il Consiglio riconosce solo uno tra gli incarichi temporanei, che vengono “saldati” a fine anno con l’assegno relativo alla produttività.
Per certi versi Priolo è proprio sfortunato. Si fosse trovato ieri nelle condizioni di oggi avrebbe avuto maggiori vantaggi economici. Del resto di agenti Smith ne sono passati tanti, dall’Astronave. Anche i predecessori dell’attuale direttore generale (Giulio Carpentieri, Nicola Lopez e Pietro Carlo Calabrò) detenevano poteri quasi assoluti. È una prassi consolidata, nel parlamentino calabrese. Ma forse Priolo è andato ancora più in là.

LA CARRIERA, ALL’INIZIO Eppure sono in molti a storcere il naso di fronte a una carriera sì fulminea e ricca di soddisfazioni. Uno di questi è il consigliere regionale Mimmo Tallini, che pochi giorni fa ha annunciato di voler interpellare l’Ufficio di presidenza per capire se Priolo «sia in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, provenendo da un piccolo ente economico di Reggio Calabria (l’Asireg, ndr) ed essendo approdato in consiglio regionale con un semplice comando che forse non poteva nemmeno avvenire e che lo ha proiettato a dirigente, senza concorso, a Palazzo Campanella».
Servirebbe un Morpheus: pillola azzurra o pillola rossa. La verità, per sapere quant’è profonda la tana del bianconiglio.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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