CATANZARO Sono due gli avvisi a comparire che la Procura di Catanzaro ha notificato ad altrettanti dirigenti dell’ente strumentale della Regione Calabria: Paolo Furgiuele, ex direttore generale, e al dirigente Alfredo Allevato. L’ipotesi di reato formulata nei confronti dei due indagati è abuso d’ufficio in concorso in ordine a tre vicende oggetto di indagine: la sospensione dell’appalto da 33 milioni di euro destinato all’acquisto di mezzi per la Protezione civile; un appalto sospeso in autotutela dall’allora direttore generale Paolo Furgiuele. L’abuso si estende anche alla gestione e all’utilizzo dei fondi comunitari che l’ente – che ha inglobato i compiti e le attività di Afor e comunità montane – ha gestito nell’ultimo anno e mezzo per contrastare i rischi idrogeologici. Altro episodio contestato è il conferimento degli incarichi di direzione dei lavori a soggetti esterni.
Proseguono, dunque, le indagini della procura di Catanzaro sui presunti appalti irregolari gestiti dall’ente strumentale della Regione Calabria. Furgiuele era stato sentito come persona informata sui fatti lo scorso 10 dicembre: una lunga audizione negli uffici della Procura sulla gestione di Calabria Verde negli ultimi 18 mesi.
L’indagine su Calabria Verde nasce dallo scandalo di 33 milioni di euro persi dalla Regione quando venne stoppato l’appalto per l’acquisto di mezzi antincendio destinati alla Protezione civile. Si trattava di fondi Por Fesr 2007/2013 che andavano rendicontati entro il 31 dicembre 2015. Ma la Procura di Catanzaro sta minuziosamente scandagliando un anno e mezzo di attività dell’ente strumentale della Regione. L’indagine si sta estendendo anche ad altri fondi e agli appalti gestiti da Calabria Verde. Ma non solo. Anche i magistrati di Castrovillari stanno indagando su Calabria Verde puntando in particolare sulle concessioni rilasciate sui tagli boschivi in Sila.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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