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«Così è stato truccato un concorso ai Riuniti di Reggio»

REGGIO CALABRIA Il concorso per l’incarico di primario del Pronto soccorso di Reggio è stato truccato? La commissione di valutazione ha agito in modo trasparente e senza subire le ingerenze di mana…

Pubblicato il: 05/03/2016 – 16:01
«Così è stato truccato un concorso ai Riuniti di Reggio»

REGGIO CALABRIA Il concorso per l’incarico di primario del Pronto soccorso di Reggio è stato truccato? La commissione di valutazione ha agito in modo trasparente e senza subire le ingerenze di management e politica? E il direttore generale dell’ospedale, Frank Benedetto, ha esercitato o no pressioni per influenzare la scelta finale?
Sarà la Procura dello Stretto a dover rispondere a tutte queste domande e a valutare quanto siano fondate le accuse contenute in una dettagliata denuncia, presentata da uno dei medici che ha partecipato, senza successo, all’avviso pubblico. È Francesco Moschella, un dirigente di lungo corso che conosce bene gli Ospedali Riuniti di Reggio e il Pronto soccorso in particolare, visto che ne è stato direttore “reggente” dal 2013 e fino a pochi giorni fa, quando nell’incarico è subentrato Angelo Ianni, il vincitore della selezione ritenuta “sospetta”.

LE PRESSIONI Il concorso per la scelta del direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza, secondo Moschella, sarebbe stata viziato da molteplici anomalie: la presunta “irruzione” del dg Benedetto nella sala dove si stava decidendo l’assegnazione del nuovo incarico; i curricula dei partecipanti nella disponibilità di medici che nulla avevano a che fare con la commissione di valutazione; i punteggi finali non in linea con le esperienze scientifiche e professionali dei candidati.
Per il momento sono solo ipotesi che, dovessero essere dimostrate, potrebbero provocare risvolti penali per i responsabili e il contestuale annullamento del concorso. Moschella, nel suo esposto, confessa di nutrire «dubbi sulla regolarità e legalità di tutta la procedura», determinati «da avvenimenti sospetti che hanno preceduto lo svolgimento della selezione».

IL CONCORSO È il 27 ottobre 2015 quando l’Ao di Reggio emana l’avviso pubblico per l’incarico quinquennale di direttore dell’Uoc. Ma il primo fatto strano sarebbe avvenuto l’11 dicembre successivo. Durante una riunione con alcuni medici in servizio al Pronto soccorso, Benedetto – scrive Moschella – avrebbe sbottato: «Nessuno di voi farà mai il primario, se all’esito del concorso dovessi essere costretto a nominare uno di voi, preferirei dimettermi. Il primario verrà da fuori e dovrà parlare tedesco…». Moschella cita anche i testimoni presenti al momento dello sfogo del capo dell’ospedale.
Il racconto fa poi un balzo fino all’11 febbraio, il giorno prima delle prove d’esame. Moschella ricorda di aver ricevuto una telefonata da parte del direttore dell’Uoc Rianimazione, Giuseppe Doldo, «il quale mi comunicava testualmente “che aveva davanti” i curriculum dei partecipanti all’avviso pubblico e mi palesava dubbi sul possesso dei requisiti per la partecipazione al concorso» di un sanitario già in servizio al Pronto soccorso. Doldo avrebbe poi chiesto a Moschella il numero di telefono del medico in questione, «con il quale intendeva mettersi in contatto».

I DOCUMENTI Doldo, precisa Moschella nella denuncia, «non aveva alcun titolo per essere in possesso del curriculum dei partecipanti all’avviso pubblico, non essendo né membro della commissione di valutazione né rivestendo alcun ruolo all’interno dell’Azienda ospedaliera che gli consentisse di accedere a tale documentazione», che doveva «essere custodita dall’Ufficio concorsi e consegnata alla commissione di valutazione all’atto del suo insediamento». Invece Doldo «veniva illegittimamente in possesso e consultava» quegli atti, «determinando seri e fondati dubbi sulla regolarità delle procedure concorsuali».

L’IRRUZIONE Ma l’azione più eclatante avviene – secondo la ricostruzione di Moschella – subito dopo i colloqui dei candidati, nel momento in cui si sta per redigere il verbale da cui salterà fuori il nome del nuovo primario. Benedetto e Doldo entrano nella sala «dove la commissione era riunita e non aveva ancora concluso le procedure concorsuali» e lì si trattengono «per oltre 30 minuti con la porta chiusa». Moschella riferisce di una «conversazione dai toni sostenuti tra i due e i membri della commissione». Finito il presunto “colloquio”, dalla stanza sarebbero usciti Doldo («che portava in mano un foglio contenente il verbale conclusivo della commissione»), Benedetto e il direttore sanitario Italia Rosa Albanese, «i quali riunivano in una sala adiacente i quattro candidati presenti, comunicando agli stessi l’esito del concorso».
L’ingresso in quella sala, per Moschella, «costituisce un grave atto di illegalità e ingenera, e non potrebbe essere altrimenti, sospetti sulla trasparenza delle procedure concorsuali».

VERSIONI CHE COMBACIANO A ricostruire pressoché allo stesso modo la vicenda era stato, il 16 febbraio scorso, il sindacalista Uil Nuccio Azzarà, che aveva pubblicamente parlato di stranezze in merito alla selezione e sottolineato «il gesto di particolare arroganza con cui il nostro ex direttore sanitario (Doldo, ndr) usciva per primo dai locali, sbandierando il nome del vincitore come a volersene assumere la paternità».

IL VINCITORE Le bizzarrie di tutta questa faccenda non sarebbero finite. Ed è sempre Moschella a riferirle. Sarebbe infatti «incoerente» anche la valutazione del medico che ha poi vinto il concorso, Angelo Ianni («unico sanitario “venuto da fuori”»), «che ha ottenuto il massimo punteggio sia nel curriculum che nel colloquio». E questo nonostante, puntualizza il medico escluso, avesse ricevuto un punteggio ridotto appena tre mesi prima, in un analogo concorso effettuato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.
La discrepanza era stata rimarcata pure da Azzarà: «Ciò che mi ha lasciato sbalordito è che nel verbale della commissione esaminatrice per il conferimento dell’incarico si legge: “Non si riscontra attività di medicina d’urgenza, l’attività di pronto soccorso non appare notevole”. Tre mesi fa (Ianni, ndr) non era in grado di essere valutato e oggi a Reggio ci ritroviamo un primario con meno esperienza rispetto agli altri partecipanti». Infine il dubbio: «Non vorrei che la politica avesse dato qualche input affinché qualcuno di Cosenza si sistemasse a Reggio».

L’ESPERIENZA Moschella è convinto di aver subito un torto, di avere più esperienza e titoli rispetto a chi ha poi vinto la selezione. Si è ritrovato con un punteggio finale «assolutamente inadeguato, ingiusto e penalizzante se rapportato al colloquio effettuato, alla preparazione e all’esperienza professionale posseduta, mentre candidati che non hanno mai ricoperto durante l’attività di servizio posti di responsabilità con gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie, non hanno mai partecipato a master di management sanitario, non hanno titoli accademici, pubblicazioni di rilievo o attinenti alla specialità, hanno ottenuto punteggi che definire sospetti è poco». Soprattutto perché le prove orali si sarebbero svolte “a porte chiuse”, «interrogando singolarmente i candidati in assenza di terze persone, e ciò in spregio delle più basilari regole di trasparenza e imparzialità».

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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