TORINO Era stato uno dei più noti operatori turistici di Capo Vaticano, Mauro Coletto, 51 anni di Moncalieri, trovato dai carabinieri carbonizzato qualche giorno fa vicino al cimitero di Sant’Antonio di Susa, nel Torinese, all’interno della sua auto.
Non è ancora chiara la dinamica di quanto accaduto e non si esclude nemmeno la pista del suicidio. Carabinieri e magistrati, tuttavia, stanno anche esaminando eventuali collegamenti con la criminalità organizzata. La stessa vittima aveva infatti testimoniato nell’ambito del processo “Black money” lo scorso giugno, contro il clan Mancuso di Limbadi. Al centro delle sue dichiarazioni la vicenda legata alla vendita, avvenuta circa cinque anni fa, del villaggio “L’Agrumeto”. Un’operazione rivelatasi piuttosto complessa in cui, a detta dello stesso Coletto, erano stati presi contatti con Agostino Papaianni considerato elemento di spicco del clan Mancuso. Al termine delle trattative la struttura venne poi ceduta ai La Sorba, altri operatori della zona. Alla procura di Torino, adesso, toccherà indagare anche su questo filone in stretta sinergia con la Dda di Catanzaro.
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