CATANZARO Dove sono i finiti i soldi destinati alle politiche sociali? Secondo il governatore Oliverio e la sua giunta, molti milioni – circa 7,8 – sarebbero stati “sottratti” alle strutture accreditate per alimentare le assunzioni clientelari di Calabria etica. Ma ora spunta un documento inedito, che ricostruisce le cose in modo diverso: quei fondi sarebbero stati stornati direttamente dalla giunta, in occasione della variazione del bilancio 2013.
La precisazione è contenuta in una lettera firmata dall’ex direttore generale reggente, Vincenzo Caserta, e inviata al governatore, all’allora assessore Carlo Guccione e al direttore generale in carica del dipartimento Politiche sociali, Antonio De Marco. Una comunicazione a cui non sono mai seguite le repliche della Regione e dalla quale emergono dati non in linea con quelli diffusi nella conferenza stampa del 18 giugno scorso, durante la quale Oliverio aveva evidenziato «una situazione di grave illegalità sulla quale saranno necessari approfondimenti anche da parte della magistratura contabile», senza escludere «il ricorso alla magistratura ordinaria per eventuali notizie di reato che si configureranno». Accuse gravi, che implicitamente tiravano in ballo Caserta e la sua gestione. L’ex dg, cifre alla mano, aveva fornito la sua versione il giorno dopo. «Sono costretto – spiegava – alla difesa delle cose fatte» e a «smentire dati non certamente accettabili, né sui numeri forniti dal direttore De Marco né sulle procedure attinenti il settore» Politiche sociali.
LE RISORSE SPARITE Caserta nega di aver mai autorizzato una diversa destinazione dei fondi destinati agli istituti convenzionati con la Regione. «Nessuno ha mai distorto risorse che attengono a obbligazioni verso le strutture». Quei fondi, insomma, «ci sono». O, almeno, avrebbero dovuto esserci. Dai risultati contabili relativi al 2014 risultavano – ricorda l’ex dg – «residui da assegnare alle strutture pari a 5,5 milioni di euro». Caserta, dunque, non ammette «alcuna distrazione», se non quella disposta direttamente dalla Regione: «Il settore è stato defraudato di risorse pari a 6,5 milioni destinati ad altro e richiamati nella legge regionale 50 del 2013». La variazione al bilancio 2013, appunto. Sono solo quelle, spiega l’ex reggente, le risorse che mancano all’appello. Guccione e la maggioranza di centrosinistra, aggiunge, avevano inoltre «assunto l’impegno di recuperare la somma e reinserirla sui capitoli del fondo sociale». Ma non è stato «mai fatto».
RITARDI Caserta fornisce chiarimenti anche sui ritardi nei pagamenti alle strutture convenzionate, non imputabili «a carenza di risorse», quanto a «a procedure legate a bilancio, patto di stabilità e conseguenti riallocazioni, che non hanno consentito, già dal 2014, al settore di procedere». Quei 12 milioni contestati da Oliverio, Guccione e De Marco erano quindi in cassa e immediatamente disponibili, insiste l’ex capo del dipartimento. Che chiosa: «Non mi pare pertanto che ci siano situazioni di illegittimità».
DUE VERSIONI Attualmente Caserta risulta indagato per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulle assunzioni pre-elettorali di Calabria etica. Nel mirino della Procura di Catanzaro ci sono altre 10 persone, tra cui l’ex presidente della Fondazione, Pasqualino Ruberto, i membri delle commissioni esaminatrici e i revisori dei conti.
L’ipotesi di Oliverio è che molti dei fondi destinati alle strutture convenzionate siano finiti nella disponibilità della Fondazione. Secondo Caserta, invece, sarebbe stata la Regione stessa a sottrarre diversi milioni alle politiche sociali. Resta il nodo: che fine hanno fatto quei soldi?
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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